Grecia, Spagna e Francia. Tre Paesi con governi di colore politico diversissimi, rispettivamente di destra, estrema sinistra e centrosinistra, ma che applicano politiche di dissuasione e di contenimento dell’immigrazione, sia regolare che clandestina. Rimane solo l’Italia (o meglio, il campo progressista targato Pd e 5 Stelle) a sostenere la linea delle porte aperte, dell’accoglienza indiscriminata senza controllo.
Tensione migranti
Pochi giorni fa, all’interno di una vera e propria crisi diplomatica tra Roma e Parigi, la sinistra del nostro Paese ha ben deciso di schierarsi con l’Eliseo, non sapendo di assumere una posizione da vero e proprio cortocircuito: Macron attua una politica migratoria ben più restrittiva e selettiva del governo Meloni. Non solo in virtù dell’inesistente “solidarietà europea” di questi ultimi anni (dove su un totale di 44mila arrivi nel nostro Paese, Germania e Francia si sono presi solo 117 migranti), ma proprio perché il ministro Piantedosi non ha mai fatto mancare il sostegno umanitario a chi era a bordo delle Ong, per poi dare il via libera allo sbarco una volta identificati i soggetti. Insomma, una linea migratoria, quella italiana, che concilia la tutela dei diritti umani e la sicurezza interna, senza permettere a chiunque di arrivare indisturbato sul suolo di uno Stato straniero.
La politica francese
Ben diverso è invece il caso francese. È trascorso un anno dalla sottoscrizione, tra Londra e Parigi, di un accordo volto a “lottare insieme per fermare le traversate dei migranti” nella Manica. Una posizione da pugno di ferro, quella assunta da Emmanuel Macron, che trova i suoi risultati nello scoop di ieri del quotidiano francese Le Monde. L’oggetto dell’articolo è la strage del 24 novembre 2021, dove morirono 27 migranti in mare, abbandonati dal governo di Parigi.
Secondo il giornale, non solo ci furono disfunzionamenti da parte dei soccorsi, ma vi sarebbe stata anche la collusione del governo, con “la decisione delle autorità francesi di ignorare ripetutamente i drammatici appelli di aiuto, provenienti dall’imbarcazione che stava affondando”. Il tutto dimostrato attraverso la pubblicazione di registrazioni del centro operativo di sorveglianza francese di Griz-Nez, dove erano pervenuti gli appelli di soccorso, seguiti dalla risposta: “Sì, ma voi siete in acque inglesi”. Risultato finale? 27 persone annegate al largo delle zone di Calais. Si salvarono solo due ragazzi iracheni grazie all’intervento di un peschereccio, il Saint Jacques 2, dopo alcune ore dall’avvenuta tragedia.
Il “fortino” Ventimiglia
Ma non è il primo esempio di politica omissiva da parte della Francia. Come riportato da più media, sia internazionali che italiani, la polizia francese sarebbe protagonista di veri e propri atti disumani contro i migranti al confine italiano. Come riportato dal Guardian: “La polizia di frontiera francese è stata accusata di trattenere minori migranti, di circa dodici anni, in celle senza cibo né acqua, di tagliare le suole delle loro scarpe e di togliere le sim card dai loro cellulari, prima di rimandarli illegalmente in Italia”. Per Huffington Post, invece, gli agenti francesi al confine con Ventimiglia avrebbero intimato “in modo brusco a una famiglia di migranti di scendere da un treno a Mentone, finendo per trascinare giù dal vagone una donna incinta, presa per braccia e gambe”. L’incidente risale al 16 febbraio scorso ed è stato reso pubblico da tre studenti francesi, di ritorno da Ventimiglia, “dove si erano recati per realizzare un reportage, al seguito delle associazioni che si occupano di migranti sul confine franco-italiano”.
“Luoghi di detenzione”
Secondo il Fatto Quotidiano, invece, i centri di prima accoglienza dei migranti si tradurrebbero come “centri amministrativi chiusi, di fatto luoghi di detenzione, per la cui messa in sicurezza la prefettura locale ha dispiegato oltre 200 agenti delle forze dell’ordine”. Una linea dura giustificata dalle parole del ministro dell’Interno Gérard Darmanin: “I migranti non potranno uscire dai centri perché tecnicamente non sono sul suolo francese“. La portavoce del ministero, Camille Chaize, ha inoltre precisato che, fino a quando i migranti resteranno in zona d’attesa, “non saranno ammessi sul territorio francese”.
Un capillare controllo che è stato oggetto di numerosissime critiche da parti delle navi Ong e di organizzazioni umanitarie, che hanno esplicitamente parlato di “reclusione” e non di “accoglienza”. Al giornale online Mediapart, una persona che era a bordo della nave ha raccontato “l’accoglienza glaciale” dei migranti, con poliziotti armati e cani. “Al primo contatto a terra sono stati perquisiti”.
La linea dura sta rispondendo all’ultimo intervento legislativo del governo francese, il quale ha deciso di aumentare il 40 per cento degli agenti di frontiera, affiancati da droni e cani nei luoghi del confine franco-italiano. Insomma, la Francia si sta trasformando in un vero e proprio fortino invalicabile, dove l’immigrazione non solo è fortemente controllata, ma la sua gestione sfocia spesso in atti di violenza da parte degli agenti dell’ordine. Chissà cosa ne pensa il presidente Macron, visto che è l’Italia ad essere lo Stato “disumano”.
Matteo Milanesi, 15 novembre 2022