Ipocrisia green: va al summit in bici (scortata da due auto blu)

Teresa Ribera, ministro spagnolo per la Transizione ecologica, arriva alla riunione Ue con le due ruote tra critiche e ironie

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L’ideologia green continua a manifestarsi in tutte le sue contraddizioni. La vicepresidente spagnola e ministra per la Transizione ecologica, Teresa Ribera, ha raggiunto in bicicletta la sede del Consiglio informale dei ministri Ambiente ed Energia dell’Ue a Valladolid, in Spagna, il 10 luglio. Un gesto con il quale ha voluto testimoniare l’impegno concreto per la riduzione delle emissioni, utilizzando un sistema di noleggio di recente inaugurato a Valladolid. Eppure, come diversi utenti hanno notato e commentato sui social network, la ministra è preceduta e seguita da due automobili di grossa cilindrata.

Il caso Ribera

Oltre all’uso della bici, lo staff della ministra, che fa parte di un governo di centrosinistra, aveva anche fatto sapere di essere giunti a Valladolid in treno da Madrid, sempre per ridurre il più possibile le emissioni. Ma il web è implacabile, e qualcuno, cercando sui siti che tracciano i voli aerei, aveva scoperto che proprio nelle ore antecedenti la riunione Ue un aereo di Stato, un Falcon, era atterrato vicino a Valladolid partendo proprio dalla capitale.

Usare un jet per una tratta così breve non si addice certo alla causa ambientalista. Da qui, le prime polemiche, con la destra che ha accusato la ministra di fare greenwashing: “Patetica”, è stato il commento del Pp, il principale partito spagnolo di centrodestra. Ma l’ipotesi che su quell’aereo ci fosse Ribera è stata presto smentita: il Falcon è atterrato dopo l’inizio del vertice, quanto la ministra era già al tavolo con i colleghi. Ma sui social, c’è chi ha fatto notare che Ribera sarà anche andata in bici, ma a scortarla c’erano ben due vetture.

Inoltre, indagando sul suo viaggio da Madrid, i media hanno scoperto che la ministra non aveva preso un treno per arrivare a Valladolid, ma un’auto blu. In effetti, Teresa Ribera nel promuovere una politica green, ha vissuto ed anche rappresentato l’esperienza pratica di certe scelte. La logica di voler a tutti i costi utilizzare veicoli come la bici ad impatto zero, impone necessariamente la “limitazione degli spostamenti”. Al fine di evitare tale limitazione, anche la protagonista della vicenda a quanto emerge è stata obbligata ad utilizzare le auto blu. Tutelare l’ambiente deve conciliare con la salvaguardia della vita in tutti i suoi aspetti. Guardare solo ed esclusivamente alla riduzione totale delle emissioni senza valutare gli effetti sulla componente sociale ed economica è il più grande limite del pensatoio green deal.

I limiti dell’auto elettrica 

Nell’aprile 2021 evidenziavo sul sito di Nicola Porro l’impatto sul pianeta dell’auto elettrica. Erion Energy, il Consorzio del Sistema Erion dedicato ai Rifiuti di Pile e Accumulatori, stima che se nel 2030 si dovessero riciclare tutte le batterie delle elettriche immesse sul mercato fino al 2020, dovremmo attrezzarci per la raccolta e il trattamento di circa 28mila tonnellate di rifiuti. A modelli equivalenti, il prezzo d’acquisto di un’auto elettrica è superiore a quello di un’auto termica. Nonostante gli ecobonus e i nuovi incentivi per auto elettriche ed ibride, tale differenza di prezzo costituisce un ostacolo per molti automobilisti desiderosi di utilizzare l’energia verde.

Inoltre, le attuali auto elettriche hanno un’autonomia sufficiente a coprire brevi viaggi quotidiani, soprattutto in città e nelle immediate adiacenze. Ma quando si tratta di fare lunghi viaggi, la loro autonomia può rappresentare un ostacolo. Il problema principale sta nel fatto che le colonnine di ricarica sono ancora in numero insufficiente e che il loro accesso a volte è complicato. Per rigenerare completamente una batteria per auto elettrica, occorrono in media 10 ore, se collegata a una presa domestica. Alcune stazioni di ricarica rapida consentono comunque di ricaricare la batteria in qualche decina di minuti, ma questo tipo di tecnologia non è compatibile con tutti i modelli di auto elettriche.

Green deal “non sostenibile”

Oggi si parla tanto di sostenibilità, ma è chiaro che la politica ambientalista non è fattibile e risulta totalmente insostenibile a causa soprattutto dei nefasti effetti sull’economia reale e le abitudini dei cittadini. Dinanzi alle scellerate e stravaganti idee di una certa area di sinistra e di simpatizzanti dell’ideologia ecologista, i liberali sono chiamati ad organizzare una politica nuova che sia in grado di combinare tutela dell’ambiente, sviluppo economico e salvaguardia delle relazioni sociali.

Carlo Toto, 12 luglio 2023

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