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Irpef e casa, per gli italiani sarà un’altra stangata - Seconda parte

Numeri alla mano delle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2018 per l’anno 2017 (ultime in ordine di tempo di cui sono disponibili le relative statistiche), un meccanismo decrescente a partire da 120.000 euro, con totale azzeramento a partire da 240.000 euro, applicato su tutte le detrazioni al 19%, escluse quelle per spese per interessi passivi su mutui, genererebbe maggiori entrate per l’Erario nella misura di 84 milioni, di cui ben 57 riconducibili al taglio della detrazione per spese mediche (e d’altro canto le uniche detrazioni al 19% che cubano volumi consistenti a livello aggregato sono proprio quelle per spese mediche e per interessi passivi). A subirlo sarebbero circa 250.000 contribuenti, con un aggravio medio, dunque, di 336 euro.

Meno dell’1% dei contribuenti, certo, ma proprio quell’1% di contribuenti che paga da solo il 15,3% dell’Irpef, in un Paese apparentemente incapace di trovare una ragionevole via di mezzo tra immaginifiche proposte estreme di flat tax e una declinazione a tratti espropriativa del principio della progressività.

Enrico Zanetti, 19 ottobre 2019

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L’evasione non si combatte col tetto al contante. Punto

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