Nuovo capitolo dello scontro tra governo e magistratura, l’Anm torna all’attacco. Al centro delle discussioni c’è ancora una volta il piano sui migranti in Albania, un progetto firmato da Giorgia Meloni invidiato da mezza Europa ma ostacolato dalle toghe con sentenze su sentenze. L’esecutivo ha dunque deciso di tentare una nuova strada, con la mozione di Fratelli d’Italia sulle competenze per la convalida dei trattenimenti – presentata da Sara Kelany – che prevede che le competenze passino dalle sezioni per l’immigrazione alle sezioni competenti della Corte d’Appello. Una proposta che ha mandato su tutte le furie l’Anm.
“Propaganda” è la solita accusa firmata dall’Anm nei confronti del governo. Pur ribadendo la massima imparzialità, il presidente Santalucia ha puntato il dito nei confronti dell’esecutivo reo di voler “stravolgere l’ordinario assetto delle competenze” con “un colpo di penna”. Ecco il j’accuse: “La Corte di appello – già gravata da importanti carichi di lavoro che ci hanno fatto dubitare della possibilità di centrare gli ambiziosi obiettivi del Pnrr -, dovrebbe occuparsi delle procedure di convalida, se non ho letto male addirittura con le sue sezioni penali. È assai difficile rinvenire un principio di razionalità in questo stravolgimento dell’ordine delle competenze”. Anziché risolvere un problema, il governo spoglierebbe le sezioni specializzate “con soave e sorprendente indifferenza per le ragioni dell’organizzazione giudiziaria”.
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Guai a toccare l’assetto, no a qualsiasi modifica. In realtà però l’emendamento di FdI mira a ristabilire l’ordine già esistente, ripristinando il sistema precedente. Secondo l’Anm la mozione “percepisce, piuttosto, la voglia di rappresentare nel modo più plateale, appunto, con la sottrazione di competenza, la sfiducia nella giurisdizione”. Dimenticando, ovviamente, che la stragrande maggioranza dei provvedimenti sul dossier migranti arrivano da giudici dell’area di Magistratura democratica, la sinistra delle toghe par excellence.
“Abbiamo il dovere di ribadire che la magistratura italiana non è in nessuna sua parte attraversata da faziosità politica e non avversa i programmi di chi oggi è maggioranza politica di governo” ha proseguito il presidente dell’Anm nella sua filippica: “Abbiamo il dovere di non cedere alla stanchezza e allo sconforto trovando la forza di contrastare, con la ragione e il diritto, la coltre di maliziose accuse che ci piovono addosso”. Santalucia però non può fare finta di nulla a proposito di determinate esternazioni dei giudici, sia pubbliche che via social. Posizioni ostili al governo che potrebbero tradursi nelle sentenze, il più delle volte pregiudiziali. Come si fa a parlare di “maliziose interpretazioni” quando un giudice afferma che la Meloni “è un pericolo più forte di Berlusconi”? Anche perché parte della magistratura – pensiamo a Magistratura Indipendente – ha deciso di dissociarsi da certe posizioni, ricordando che l’autonomia e l’indipendenza della magistratura passa attraverso il rispetto delle istituzioni. Evidentemente non è solo il centrodestra a ipotizzare un’opposizione strumentale…
Franco Lodige, 16 novembre 2024
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