Dopo le clamorose rivelazioni dell’ex senatore pentastellato Gregorio De Falco, emergono nuovi importanti retroscena sul caso del condono di Ischia che rischiano seriamente di inguaiare il Movimento Cinque Stelle. A parlare questa volta è il vice ministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi, all’epoca dei fatti sottosegretario sempre al Mit. “Noi avevamo la necessità di fare il decreto Genova e all’ultimo momento il M5s ha chiesto di inserire il condono di Ischia. Ci fu una fortissima pressione dei Cinque Stelle. E per fare il decreto sul ponte abbiamo dovuto accettare quella parte”, rivela Rixi.
Il vice ministro leghista ammette inoltre di avere avuto sin da subito molte perplessità sulla norma relativa ad Ischia, precisando altresì le ragioni che portarono il suo partito a votare quel provvedimento: “Come in tutti i governi si va a mediare. Io ero abbastanza perplesso sull’inserire quella norma. Non perché non ci fossero temi che andassero effettivamente approfonditi. Ci sono milioni di edifici in Italia che sono in sospeso tra l’essere definiti conformi alle norme o abusivi, per i procedimenti bloccati negli uffici. Ma erano due temi scollegati, il ponte e il condono”.
Secondo quanto affermato da Rixi, la Lega dovette dunque cedere alle pressioni pentastellate su Ischia per poter accelerare i tempi sul decreto Genova. Ma chi fu esattamente ad esercitare tali pressioni sul suo partito? “Tecnicamente fu Vito Crimi a seguire il provvedimento, da sottosegretario a Palazzo Chigi. Ma si spese soprattutto Luigi Di Maio, ponendola come condizione”.
Se Gregorio De Falco aveva puntato il dito contro l’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte, Edoardo Rixi imputa invece le responsabilità a Luigi Di Maio, all’epoca vice premier e capo politico del Movimento, reo – secondo il leghista – di aver voluto a tutti i costi l’inserimento del condono di Ischia nel decreto sul ponte: “Di Maio in sostanza disse: o così o non votiamo il decreto Genova”.
Salvatore Di Bartolo, 30 novembre 2022