La maggior parte dell’opinione pubblica nel mondo, non in Nordamerica e in Europa, ma nel pianeta terra che è composto di circa 8 miliardi di persone e di cui, ad esempio, questa settimana 130 governi asiatici, medio orientali, sudamericani, africani e anche esteuropei riuniti a Pechino, non è schierata a favore di Israele. Fino a pochi anni fa ciò non aveva molta importanza perché gli Stati Uniti erano l’unica potenza globale dopo il crollo dell’URSS, ma adesso la Cina pesa quanto loro ed è alleata dell’altra potenza militare importante, la Russia e il peso economico di Usa ed Europa continua globalmente a scendere. I governi arabi sembra che stiano telefonando molto più a Putin, che è a Pechino, che a Blinken (che anzi ha dovuto fare in Arabia Saudita un bel po’ di anticamera per essere ricevuto) o Biden e l’Arabia Saudita ha ripreso le relazioni con l’Iran senza chiedere permesso a Biden grazie all’intercessione della Cina.
Uno dei motivi per cui, oltre che tra i 1,8 miliardi di musulmani, anche in Messico, Sudafrica, Cina e Russia la pensano diversamente dagli americani e da noi, è che non fanno differenze tra morti palestinesi ed israeliani perché non hanno quello che si potrebbe definire “il complesso dell’Olocausto”, per il quale oggi qualsiasi presa di distanza dallo Stato di Israele significa dimenticare quello che è successo ieri agli ebrei sotto il nazismo.
Ad esempio, l’ultimo aggiornamento del 17 ottobre delle Nazioni Unite indica 4.200 morti a Gaza, inclusi 11 giornalisti, 28 medici e infermieri colpiti su ambulanze e 14 dipendenti dell’ONU. Nel resto del mondo vedono i bombardamenti e pensano che anche questa volta muoiono molti più palestinesi che israeliani. Nei conflitti precedenti, in particolare nel 2008 e nel 2014, il numero di morti a Gaza era superiore ai 1.100 e 1.300 morti e decine di medici e paramedici erano stati uccisi nei bombardamenti. La proporzione dei morti è sempre stata da 10 a 1 a 20 a 1, se si guardano alle cifre riportate da ONU, Amnesty International e altre organizzazioni esterne al conflitto. Questa volta, l’attacco di Hamas ha fatto circa 1.000 morti in Israele per cui, in base all’esperienza storica, ci possono essere, per rivalsa, almeno 10 mila morti tra i palestinesi e già adesso sommando i 1.500 militanti di Hamas e i civili palestinesi morti siamo già intorno a 6mila morti.
Per Israele e per gli USA queste proporzioni di morti non contano, Israele si prepara ad attaccare e bombarda tutti i giorni e gli Usa hanno appena fornito 6 miliardi di dollari in armamenti. Ma questa percezione che da una parte ci siano i terroristi e dall’altra la democrazia che si difende anche bombardando case, scuole, chiese, ospedali, strade è una percezione solo nostra. Per noi i bombardamenti americani sono ancora quelli che hanno liberato l’Europa dal nazismo, per il resto del pianeta sono quelli che hanno martoriato le popolazioni in Iraq, Siria, Afghanistan, e i bombardamenti israeliani attuali sono visti nello stesso modo.
Ieri, ad esempio, è stata distrutta la Chiesa Ortodossa di Gaza e un’altra Chiesa è stata colpita, entrambe piene di rifugiati. Oltre 100mila palazzi sono stati distrutti. Il vescovo anglicano di Gaza era nell’ospedale cristiano nel cui parcheggio è scoppiata una bomba e ha dichiarato che per due volte Israele aveva comunicato di sgomberare l’ospedale che avrebbe bombardato. Noi non crediamo a questa versione, ma nel resto del mondo non credono alla versione di Israele che mostra che venivano lanciati razzi di Hamas e uno di questi potrebbe essere caduto proprio nell’ospedale in mezzo a migliaia di altre bombe sganciate. È ovviamente possibile, forse addirittura probabile, che uno dei razzi rudimentali di Hamas, sia ricaduto nel cortile dell’ospedale, ma non è così che la cosa è stata percepita fuori dal mondo nordamericano ed europeo. Non entriamo nel merito, ma ci sono satelliti americani che filmano tutto 24 ore al giorno e non sarebbe difficile mostrare cosa hanno filmato e dirimere la questione. Israele ha detto che non è favorevole ad un’inchiesta internazionale.
Il punto che però intendiamo sottolineare è che, su 8 miliardi di persone al mondo, solo gli occidentali credono, in maggioranza, alla versione di Israele. Nel resto del mondo vedono le immagini dei bombardamenti e leggono di 4.200 morti civili a Gaza e di 6 mila bombe, più di quelle lanciate dagli USA nel primo anno di guerra in Afghanistan. In Occidente Hamas è un gruppo terrorista e, come con i nazisti, chi lo sostiene finisce per essere bombardato. Per la maggioranza dell’opinione mondiale, dal Messico, all’Africa, alla Russia, alla Arabia, alla Cina o all’Indonesia però gli stessi palestinesi sono vittime di Hamas e hanno da tempo anche loro diritto ad uno Stato.
Tutto questo ragionamento per dire che cosa? Proviamo per un attimo a metterci da un punto di vista esterno all’Occidente e vedremo un sacco di cose che da un punto di vista interno non vediamo. Sarebbe utile farlo anche perché non dobbiamo dimenticare che abbiamo molti musulmani in casa…
Paolo Becchi e Giovanni Zibordi, domenica 22 ottobre 2023