Tajani: "Risposta misurata di Israele"
“Siamo amici di Israele, non lo abbiamo nascosto: difendiamo la sicurezza di Israele e sono stato il primo ministro ad arrivare sui luoghi del 7 ottobre, ma fin dall’inizio ho chiesto a Israele di avere una reazione proporzionata all’attacco subito. Sin dall’inizio abbiamo offerto vicinanza, ma anche prudenza”, ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Ora lavoriamo per la deescalation: non so quanto sia possibile che Israele e Iran si siedano attorno a un tavolo ma ora conta la de-escalation, che si concluda questa fase e si apra una stagione diversa, si risolva la questione di Gaza e si riduca l’aggressività di Houti e Hezbollah”. Secondo Tajani la risposta di Israele è stata “misurata” e ha “prevalso il buon senso”.
L'Iran non risponderà
Dall’Iran trapela cautela. “Non è stato chiarito quale sia il Paese straniero da cui è stato generato l’incidente. Non abbiamo ricevuto alcun attacco esterno e non abbiamo in programma ritorsioni da attuare con urgenza”, ha dichiarato una fonte ufficiale del regime di Teheran alla stampa. Il comandante in capo dell’Esercito iraniano, Abdolrahim Mousavi, ha invece definito “assurde” le ricostruzioni che considerano Israele colpevole dell’attacco.
"Israele non assumerà la responsabilità dell'attacco"
Secondo quanto riporta il Jerusalem Post, Israele potrebbe non assumere la responsabilità dell’attacco in modo da evitare una escalation. Anche l’Iran sta riducendo la portata di quanto accaduto stanotte, assicurando che né la base aerea né le sedi nucleari sono state colpite e parlando di una “esplosione in una fabbrica”.
Fonti israeliane si lamentano poi per la gaffe americana. A Tel Aviv non capiscono infatti per quale motivo gli americani abbiano fatto trapelare ai giornali il coinvolgimento di Israele, rischiando di aggravare la situazione.
“Non è stato chiarito quale sia il Paese straniero da cui è stato generato l’incidente. Non abbiamo ricevuto alcun attacco esterno e non abbiamo in programma ritorsioni da attuare con urgenza”, ha detto una fonte ufficiale del regime di Teheran.
La Tass: "No ritorsione immediata"
Secondo quanto fa trapelare la Tass, l’Iran non starebbe pianificando una reazione immediata all’azione militare di stanotte.
Il ministro Ben Gvir: "Moscio"
In un tweet su X, Ben Gvir, ministro israeliano della Sicurezza Nazionale, ha definito “moscio” l’attacco israeliano.
L'Aeia conferma: nessun danno agli impianti nucleari
L’Aeia, l’agenzia per l’energia atomica internazionale, ha confermato di non aver registrato danni agli impianti iraniani.
Usa avvertiti ma non coinvolti
Secondo una fonte citata dal Guardian, “Israele ha detto agli Usa che non avrebbe colpito siti nucleari”. Fonti americane alla Cnn affermano che gli Usa “non hanno approvato la risposta”, ma sono stati avvertiti.
Israele: "Un segnale all'Iran"
Secondo una fonte, sentita dal Washington Post, quello di stanotte sarebbe stato “un segnale all’Iran che Israele ha la capacità di colpire all’interno del Paese”.
L'attacco nella notte
Nelle prime ore di una giornata che ha segnato un nuovo capitolo nelle tensioni in Medio Oriente, Israele ha eseguito un attacco contro l’Iran come atto di rappresaglia. Questo intervento israeliano è giunto in risposta al precedente attacco iraniano, eseguito con missili e droni, che ha colpito il territorio israeliano durante il fine settimana. La mossa di Israele, attesa in seguito a dichiarazioni ufficiali che anticipavano una possibile risposta, non ha mancato di sollevare preoccupazioni a livello internazionale.
La reazione della comunità internazionale è stata rapida e variegata. L’Australia ha immediatamente raccomandato ai propri cittadini di abbandonare Israele “al più presto”, adducendo il rischio di attacchi contro il Paese e i suoi interessi nella regione. Anche l’ambasciata americana in Israele ha manifestato preoccupazione emettendo un avviso di sicurezza che limita i movimenti del proprio personale in aree specifiche, tra cui Tel Aviv e Gerusalemme, in un gesto di estrema prudenza.
Dall’Iran giungono notizie contrastanti sulle conseguenze dell’attacco. La Mehr News, agenzia semi-ufficiale iraniana, ha riferito che la situazione a Esfahan, città vicina agli attacchi, rimane “completamente calma”. Similmente, la televisione di stato iraniana ha cercato di minimizzare l’impatto dell’attacco, confermando tuttavia che il sistema di difesa aerea è stato attivato in seguito a forti esplosioni udite nella zona.
L’episodio ha avuto rilevanti ripercussioni anche sui trasporti aerei: i media statali iraniani hanno riportato la temporanea sospensione dei voli nel principale aeroporto di Teheran, con la chiusura dello spazio aereo in risposta all’attacco.
Dal punto di vista geopolitico, l’analisi dell’accaduto suggerisce una situazione di grande complessità. Ian Bremmer, a capo di Eurasia Group, ha interpretato l’azione israeliana come un tentativo di “ridurre l’escalation”, indicando che sebbene necessaria, la risposta di Israele è stata misurata per evitare ulteriori provocazioni.
La già delicata situazione in Siria si trova ad affrontare nuove sfide a seguito del raid israeliano, che ha incluso attacchi nella regione di Soueida, mirati ad una postazione radar dell’esercito siriano.
Gli impianti nucleari vicino a Esfahan sono stati dichiarati “completamente sicuri” dopo l’attivazione delle difese aeree, dissipando così i timori di un possibile bersaglio nucleare. Secondo il NYT ad essere stata colpita è una base militare vicina a Esfahan, nell’Iran centrale.