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Israele, il paradosso democratico del Tutti contro Uno (Bibi) - Seconda parte

Il Procuratore Generale dello Stato, infatti, dopo il patteggiamento da parte della moglie di Netanyahu alle varie accuse che le erano state mosse, ha in mano le patate bollenti dei casi aperti sul Primo Ministro, casi che continuano a far parlare stampa e giornali ma che vuoi per le resistenze del Premier vuoi perché dentro probabilmente ci sono segreti legati alla sicurezza dello Stato, non sono portati in tribunale e forse mai ci andranno. Secondo i sondaggi, che comunque in Israele più che nel resto del mondo, contano davvero poco perché non ci azzeccano neanche per errore, l’attuale premier sarebbe perdente, ma, come al solito, la vera risposta arriverà dalle urne e non è improbabile che, alla fine, ci si ritroverà, né più né meno, nella stessa situazione di prima con i leader che saranno finalmente costretti, per il bene della nazione, a collaborare fra loro e a mettere in secondo piano, almeno per il momento, le loro inutili antipatie personali. Rimane che il paradosso democratico non è chiamare alle urne il popolo due volte nello stesso anno, ma, come succede altrove, fare di tutto per non permettergli di esprimere il suo volere.

Michael Sfaradi, Tel Aviv 16 settembre 2019

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