Ieri il Parlamento israeliano ha approvato due leggi che impediscono all’Unrwa – l’agenzia dell’Onu per i profughi palestinesi – di operare in Israele. Una stretta che avrà ripercussioni significative in Medio Oriente: secondo gli esperti, le norme metteranno a rischio la consegna di aiuti umanitari in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, dove la situazione è particolarmente delicata. I provvedimenti hanno ricevuto il via libera a larga maggioranza, gli unici voti contrari sono stati quelli dei parlamentari di origini arabe.
Una mossa che non sorprende. Tel Aviv accusa da tempo l’Unrwa di avere legami con i terroristi di Hamas. Impossibile dargli torto, considerando che le indagini svolte direttamente dall’Onu hanno confermato la partecipazione di diversi dipendenti Unrwa agli attacchi del 7 ottobre. Oppure pensiamo alle basi dei miliziani piazzate sotto gli edifici dell’agenzia delle Nazioni Unite. Insomma, per Israele l’Unrwa è complice del terrorismo e per questo motivo è stato disposto il divieto di operare in territorio israeliano. Per la precisione, prevede che l’organizzazione “non opererà nessuna missione, non fornirà alcun servizio e non farà nessuna attività – direttamente o indirettamente – nel territorio sovrano dello stato di Israele”.
La Cisgiordania e la striscia di Gaza non fanno parte del “territorio sovrano di Israele”, ma nella seconda legge si priva l’Unrwa delle esenzioni fiscali di cui ha goduto finora, priva i suoi membri dell’immunità diplomatica e impedisce ai funzionari israeliani di avere contatti di ogni tipo con l’organizzazione delle Nazioni Unite. Ebbene: dopo il 7 ottobre, Tel Aviv controlla tutti i varchi terrestri che conducono a Gaza e l’Unrwa ha bisogno di coordinarsi con l’esercito israeliano per la consegna e la distribuzione degli aiuti. Secondo i critici sarà dunque impossibile per l’agenzia portare gli aiuti all’interno della striscia di Gaza.
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Dagli Stati Uniti alla Francia, diversi Paesi occidentali hanno criticato i provvedimenti di Israele. In una nota, la Commissione Ue ha evidenziato che il voto di ieri che mette al bando l’organizzazione “è estremamente preoccupante: le conseguenze sono estremamente preoccupanti e rendono impossibile all’Unrwa di continuare a condurre le sue operazioni vitali a Gaza. A oggi, non c’è un’alternativa all’Unrwa, che fornisce servizi essenziali a milioni di persone a Gaza, ma anche in Cisgiordania e in tutta la regione, compresi Libano, Siria e Giordania, ed è un pilastro della stabilità regionale”. Secondo Bruxelles, il voto va contro il diritto internazionale e per questo chiede a Israele di riconsiderare la decisione.
Le capitali provano il dialogo, mentre la sinistra italiana continua ad attaccare frontalmente Netanyahu. Ma c’è un dettaglio che non passa inosservato: nessuno tra i compagni ricorda il legame tra Unrwa e Hamas, coloro che hanno ucciso centinaia di israeliani in uno degli attacchi più brutali della storia. L’importante è attaccare Netanyahu, più in generale Israele. In molti hanno infatti ribadito il sostegno a Gaza, anche se questo in alcuni frangenti si traduce in supporto ad Hamas.
Tra le critiche più feroci a Israele troviamo quella di Nicola Zingaretti, capodelegazione degli eurodeputati del Pd: “La legge voluta dalla destra israeliana contro l’Unrwa è un altro ennesimo errore di Benjamin Netanyahu. Una scelta disumana e in piena violazione del diritto internazionale”. Sulla stessa lunghezza d’onda Laura Boldrini, che parla di gravità inaudita: “Una decisione scellerata che va contro la Carta dell’Onu, indebolisce pericolosamente il sistema multilaterale e, non ultimo, toglie a milioni di palestinesi il più importante sostegno in grado di fornire aiuti vitali e i servizi essenziali ai civili”.
Immancabile il M5s, così la nota congiunta delle Commissioni Esteri di Camera e Senato: “Mentre nella Striscia di Gaza si ripetono ogni ora i criminali e disumani attacchi delle forze di Israele contro ospedali e rifugi di sfollati – l’ultimo contro un condominio a Beit Lahiya stipato di donne e bambini, con almeno cento morti rimasti sotto le macerie – il governo Netanyahu ha di fatto messo fuori legge l’agenzia delle Nazioni Unite che rappresenta l’unica speranza di sopravvivenza dei palestinesi della Striscia perché tramite essa entrano, seppure con il contagocce, medicine, cibo, acqua e carburante in accordo con i militari israeliani. Tra tre mesi, quando entrerà in vigore la nuova legge approvata da tutti i partiti israeliani anche di opposizione, ci saranno conseguenze catastrofiche”.
Franco Lodige, 29 ottobre 2024
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