Questo è un divertissement di un vecchio che finge di tornare indietro di sessant’anni e di essere un “millenial”. Un millenial la cui formazione politica è avvenuta a scuola (insegnanti di sinistra) e in famiglia: i miei genitori comprano, ogni giorno, il Corriere e un giornale di destra. Ogni tanto li sfoglio, così come saltuariamente guardo i talk di Rete 4, La 7, Rai 3, però da marzo leggo ogni sabato Zafferano. Casualmente ho ascoltato su Sky un’intervista a due di Carlo Calenda e di Federico Rampini. Mi ha colpito il giudizio feroce di Rampini, mentre Calenda assentiva, sul trio di pupari Juncker-Merkel-Macron. Ora uno dei pupari è stato sostituito da una mamma di sette figli, almeno sulla carta dovrebbe essere più umana, meno cinica del precedente, un curioso uomo-caveau.
Era facile prevedere come sarebbe andata: meno voti a quelli che hanno governato, cioè PPE e a PSE. Questi, per rimanere al potere, hanno imbarcato i Liberali, mentre i Sovranisti pensavano di sfondare, così non è stato. Nulla di nuovo, l’Unione 2019-24 sarà in continuità con la precedente, l’Europa non sarà una potenza, resterà un grande, ricco mercato governato da bottegai e da sovraintendenti museali. Con simili personaggi al potere la continuità politica è assicurata, l’atmosfera rimarrà plumbea, per nulla attrattiva per noi giovani.
Abbiamo preso atto del declino inarrestabile dell’attuale modello culturale, economico, politico e delle leadership che lo hanno imposto governandoci da un quarto di secolo. Hanno fallito, non vogliono ammetterlo, quindi non possiamo liberarci di costoro, comunque il trend e il tempo giocano a favore dei “poveracci” (i cittadini) e contro i “poveretti” (noi élite). I “poveracci” non devono aver fretta, mai devono indossare gilet gialli, mai impugnare armi, neppure giocattolo, solo ironia, sarcasmo, sempre rigoroso rispetto della legalità e tenersi stretta l’atomica del voto, la loro assicurazione sulla vita. Tanto, lor signori se continuano così si impiccheranno da soli con le loro fake truth.
Possibile che non si possa fare nulla, ci chiediamo noi giovani?
Quando sei giovane il sogno prevale sulla razionalità. Mi sono detto, perché non sognare? È stato un lampo. E se l’Italia si “sposasse” (in chiesa e in municipio) con la Svizzera? Sarebbe possibile? Mi eccito, provo a disegnare uno scenario fuori dagli schemi. Le carenze tecniche, operative, culturali di noi italiani sono note, sono secolari. Curiosamente sono speculari alle eccellenze dei nostri vicini svizzeri. Ma c’è, come ovvio, il viceversa. Perfetti ma noiosi loro, imbarazzanti ma innovativi, specie quelli del sud, noi.