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Italia in allerta: quali sono gli obiettivi a rischio attentato

Dopo l’attacco a Mosca, il Viminale riunisce il Comitato per l’ordine e la sicurezza: sale l’attenzione su luoghi di aggregazione e infrastrutture di trasporto

italia terroristi © Artindo, naruedom e mikkelwilliam tramite Canva.com

Il tema della sicurezza interna in Italia torna in auge in seguito a preoccupazioni globali, soprattutto a causa di recenti tensioni in Medio Oriente e atti terroristici, come quello avvenuto a Mosca e rivendicato dall’Isis. Questo scenario ha spinto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, durante un incontro del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, a sottolineare l’importanza di rimanere vigili di fronte alla minaccia del terrorismo.

Il Viminale alza l’allerta

Le recenti vicende, inclusa l’aggressione di Hamas contro Israele il 7 ottobre, hanno portato l’Italia a elevare il livello di allerta, specialmente in vista delle imminenti celebrazioni pasquali, dove si prevede un aumento significativo della presenza in luoghi di grande afflusso. L’accento è stato posto sulla necessità di rafforzare le misure di sicurezza per proteggere queste aree sensibili, attraverso un incremento della vigilanza e del controllo. Durante l’incontro, è emersa la volontà di intensificare le operazioni di sicurezza, sia tramite presidi fissi che mobili, con un’attenzione particolare verso obiettivi considerati sensibili, come infrastrutture di trasporto e luoghi di culto. È stata inoltre evidenziata l’essenzialità di monitorare attentamente il web, riconosciuta come un campo di battaglia cruciale per il reclutamento e la diffusione di ideologie estremiste.

Quali sono gli obiettivi a rischio

Di quali siti si parla? L’elenco è lungo e gli obiettivi sensibili registrati sono oltre 28mila. Quelli più attenzionati, per ovvi motivi legati alla guerra nella Striscia di Gaza, sono ovviamente i siti israeliani. Ma come ha dimostrato la strage di Mosca, e allo stesso modo altri attacchi simili, come quello al Bataclan, a volte i terroristi si accaniscono su civili inermi indipendentemente dal luogo di ritrovo. Sia esso simbolico oppure no, come nel caso del Crocus City Hall in Russia.

In Italia già da qualche mese l’allerta è massima intorno a luoghi diplomatici, religiosi o che abbiano interessi commerciali con Israele. Consolati, sinagoghe, musei e luoghi di cultura, ma anche in generale tutti i luoghi dove vi sia aggregazione: stazioni, aeroporti, luoghi simbolo delle città. A Roma vi è un’attenzione particolare anche alle aree attorno al Vaticano visto l’approssimarsi della Pasqua. Dopo il 7 ottobre, comunque, il Viminale aveva chiesto a tutte le prefetture di aggiornare i “target” degli obiettivi sensibili individuandone 250 su tutto il territorio nazionale. Questi “target”, ovviamente, possono essere aggiornati in base agli sviluppi dello scenario intrnazionale e nazionale. “Durante il vertice di oggi – ha spiegato ministro Matteo Piantedosi – è stata effettuata un’attenta analisi dell’attentato terroristico a Mosca anche ai fini di un aggiornamento delle misure di prevenzione antiterrorismo già disposte”. Già ieri il Viminale aveva fatto sapere di aver disposto una massima allerta “ma senza allarmismo” perché al momento “non sono emersi elementi specifici su iniziative ostili in corso di preparazione”.

Le reazioni nel resto d’Europa

Non solo l’Italia corre ai ripari. “Di fronte alla rivendicazione dell’attacco da parte dello Stato islamico e alle minacce che gravano sul nostro Paese, abbiamo deciso di portare la posizione di Vigipirate al suo livello più alto: emergenza attentato”, ha detto il premier francese Gabriel Attal al termine del consiglio di difesa che si è tenuto all’Eliseo. In Spagna l’allerta resta al livello 4 su 5, quasi al massimo, ma le autorità hanno disposto un rafforzamento dei controlli durante la Settimana Santa dalla mezzanotte del 22 marzo alle ore 15 del 2 aprile.

Le espulsioni

Intanto l’Italia ha adottato un approccio proattivo nella lotta al terrorismo, come dimostrato dalle 47 espulsioni effettuate per motivi di sicurezza da ottobre, nove delle quali su iniziativa diretta del ministro dell’Interno. Inoltre, nel solo 2024, sono stati emessi 23 provvedimenti di espulsione, cinque dei quali su diretto ordine ministeriale, confermando una linea dura contro quanti possano rappresentare una minaccia alla sicurezza nazionale.

Il monitoraggio delle attività online è stato sottolineato dal sottosegretario Alfredo Mantovano come uno strumento fondamentale per prevenire atti di terrorismo, evidenziando il web come principale arena per attività sospette. Mantovano ha anche ricordato l’importanza del rispetto nei confronti delle comunità islamiche in Italia, sottolineando che nel Paese non si verificano azioni provocatorie, come quelle osservate in altri contesti europei, che potrebbero alimentare tensioni interculturali.