Mentre gli italiani vivono la situazione sanitaria, per colpa del governo, in un mix di confusione e terrorismo sanitario che li rende insicuri e senza più fiducia nel futuro, oggi l’Aula di Montecitorio in un’atmosfera a dir poco surreale discuteva e poi ha approvato la legge Zan. Un risultato scontato vista la furia ideologica che anima la sinistra e che è culminata in un giorno che non è esagerato definire di lutto per la libertà di espressione nel nostro Paese.
Quando la legge andrà in vigore non ci saranno, come è normale che sia in uno stato liberale, opinioni contrastanti che si confrontano nell’agone politico e civile, ma una opinione (quella per esempio di chi crede che un rapporto fra due persone che non siano un uomo e una donna non può essere un matrimonio) che verrà considerata un arcaico residuo del passato con chi la professa che sarà sempre a rischio di essere denunciato grazie all’introduzione del più assurdo dei reati: quello di omotransfobia.
A parte la stonatura etica direi, prima che politica, che si crea, da una parte, fra un popolo che si avvia alla fame con un governo incapace di governare e, dall’altra, un’aula che discute di un provvedimento che riguarda pochissimi italiani non eterosessuali già ampiamente tutelati dalle leggi vigenti, quello che fa paura è l’introduzione nelle scuole, previsto dalla legge, dello studio dell’ideologia gender. Cioè un vero e proprio indottrinamento. Chi scrive non crede ai complotti e né alle grandi regie, ma tanti episodi messi insieme delineano una strategia che magari inintenzionalmente va realizzandosi.