Evviva il nostro presidente, che non vede e manco ci sente. Costituzione licenziata, azzerata, annichilita e il “notaio” non fiata, non fa una piega, c’è di peggio cui pensare, c’è il cuoco positivo asintomatico, santi numi. Oddio, una cosa Mattarella l’ha pur detta: il Covid non aggravi le differenze sociali. Che è per l’appunto quanto sta accadendo coi decreti contiferi che del Parlamento e del Colle se ne impipano nel tacere o impotente o consenziente del suo inquilino, un silenzio siciliano, democristiano. Ha anche aggiunto una illuminazione sconvolgente: la pandemia la sconfiggerà la ricerca. Sì, di solito succede così. Sì, ma quando? Perché nella salute, a maggior ragione che nell’economia, nel lungo periodo saremo tutti morti, insegna Keynes.
Intanto che ci affida alla Recherche, il governo perde tempo; ma il nostro presidente non si stanca di ricordarci che bisogna collaborare, le istituzioni debbono andar d’accordo, i cittadini hanno da essere individualmente responsabili. Also sprach Mattarella. Solo che a noi la canzone suona tanto ma tanto dissonante: se Palazzo Chigi non ne imbrocca una, fa poco e niente e quel poco sarebbe meglio non lo facesse, e, in definitiva, smantella il paese, la colpa è di: Lombardia, Sicilia, Piemonte, Marche, Campania, Trentino… E, naturalmente, del popolo bovino.
Quo Vadis, Sergio? E dove andiamo noi? Come arginare le diseguaglianze acuite dal virus, posto che qui un governo sull’orlo della crisi di nervi tutto chiude e tutto fa franare? Novene? Danza della pioggia? Silenzio operoso? Rivoluzione su Twitter? No, quella no, appena cinguetti ti spengono, la democrazia social funziona così e non è molto diversa da quella politica: il popolo è libero di essere d’accordo, se no lo imbavagliamo. Filtrofiore Mattarella: la calma dopo la quiete, una parola è troppa e due sono impossibili. Tu chiamala, se vuoi, moral suasion: come suasion, non c’è dubbio, praticamente un narcotico. Datemi un Mattarella, che cosa ne vuoi fare, lo voglio dare in testa a chi non riposa. Come soffre, poveretto: almeno così si immagina, visto che non arriva eco di segnale.