La tragicità della situazione italiana e dell’Unione europea sulla gestione dei vaccini, assume risvolti paradossali se si paragona a quanto accade nel resto del mondo. Il contesto negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e Israele è ormai noto con la vaccinazione che procede a ritmo serrato, meno conosciuto quanto avviene in Russia di cui, al netto del dibattito sul vaccino Sputnik V, i lettori italiani sanno poco o nulla. Eppure la vita a Mosca e in tutta la Russia sembra essere tornata alla normalità e le restrizioni sono quasi assenti.
Mosca, tutto aperto
Come spiega la newsletter dell’Ambasciata Italia (il nostro ambasciatore Terraciano e sua moglie si sono vaccinati con lo Sputnik), “le Autorità russe hanno allentato misure restrittive”. Con un’ordinanza del Sindaco di Mosca, decade l’obbligo di trasferire almeno il 30% dei dipendenti con modalità di lavoro a distanza, sono “cancellate le limitazioni al lavoro notturno (dalle 23.00 alle 6.00) di esercizi di ristorazione, locali notturni, bar, discoteche, karaoke, piste da bowling e altre organizzazioni del settore ricreativo e dello spettacolo”.
Avete letto bene, come attesta la nostra ambasciata, mentre più di mezza Italia è in zona rossa, a Mosca è possibile andare in discoteca! Con la riapertura di pub e discoteche non potevano continuare le chiusure per teatri, cinema e sale da concerto che “aumentano dal 25% al 50% la capienza totale della sala”, lo stesso vale per le biblioteche, così come per palestre e luoghi in cui svolgere attività sportive. Un ritorno alla normalità non solo da un punto di vista ludico e culturale ma anche didattico poiché “i college, gli istituti di istruzione secondaria, le scuole sportive e le strutture ricreative per bambini sotto la giurisdizione del governo di Mosca sono tornati al loro normale orario di lavoro”.
Inoltre, se “rimane l’obbligo di rimanere a casa per i moscoviti di età superiore ai 65 anni e per i cittadini affetti da malattie croniche”, non appena ricevuto il vaccino, potranno tornare alla loro vita quotidiana. Se ad oggi sono sospesi i visti di ingresso per i cittadini stranieri, inclusi gli italiani, per i nostri connazionali con permesso di soggiorno e polizza sanitaria obbligatoria, “la vaccinazione è gratuita e fruibile in qualsiasi ospedale pubblico” mentre “per gli stranieri in Russia in regime di visto rimane la possibilità di vaccinarsi gratuitamente presso ambulatori allestiti in spazi pubblici, presentando solo passaporto e registrazione”.
Il racconto di un italiano
È il caso di Alessandro Ravaglioli, imprenditore romagnolo che da anni lavora in Russia e sposato con una russa, che ha fatto il vaccino Sputnik pagando 26 euro ed è rimasto colpito dalla ritorno alla normalità della vita in Russia: “La sensazione e la percezione che si ha camminando per le strade di Mosca è che il Covid sia un’esperienza del passato. Appena arrivato a Mosca sono stato a cena con alcuni amici italiani che vivono in città, mi sono presentato con la mascherina e nessuno l’indossava, mi sono sono sentito quasi a disagio, mi hanno abbracciato e stretto la mano”.