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Italia in piazza e la sinistra si rifugia nel fascismo

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Va dato atto a Luciana Lamorgese, il ministro degli interni a sua insaputa, di aver smontato con le parole pronunciate nel corso dell’informativa al Senato sui recenti scontri di piazza, e più in generale sulla tenuta dell’ordine pubblico, tutta la retorica che i media vicini alla maggioranza di governo (cioè pressoché tutti) stavano già montando sulle “infiltrazioni e strumentalizzazioni neofasciste” dei manifestanti. Se qualcuno in quelle “frange violente” che hanno causato gli incidenti aveva infatti qualche simpatia di quel tipo (e più probabilmente ha solo una testa confusa), egli, da quanto ha affermato con chiarezza la ex prefetta, era in vasta e varia compagnia. Molti, in quelle “frange”, erano anzi appartenenti proprio alle “fasce protette” dall’ideologia di sinistra. C’erano infatti i “centri sociali”, vere e proprie, e tollerate, “zone franche” di illegalità nel cuore delle nostre città. E c’erano persino “extracomunitari che si inseriscono opportunisticamente nella protesta per un mero tornaconto personale”.

Ora, a parte che non si capisce, in merito a questi ultimi, quale possa essere il “tornaconto personale” di chi probabilmente non ha nulla da perdere, era tanto difficile rendersi conto che, facendo entrare nel territorio nazionale senza controllo tanti immigrati, questi sarebbero finiti così? Cioè, prima a girovagare da clandestini, e quindi completamente al di fuori delle leggi (comprese quelli a tutela della “salute pubblica”), e poi, non trovando un lavoro che non c’è nemmeno più per gli italiani, a ingrossare le fila dei disperati che è già ampia di per suo?

E qui viene fuori l’inconsapevolezza, o se volete la candida ingenuità, della ministra appunto “a sua insaputa”. La quale si è dimenticata forse che il ministro dell’interno è lei e che è a lei pertanto che, per legge, compete la responsabilità ultima dell’ordine e della sicurezza pubblica entro i confini nazionali, nonché la direzione delle forze di polizia. Chiedere, come la ministra ha fatto, che le persone che dimostrano pacificamente il loro malcontento isolino e espellino dai loro cortei i violenti, è non solo poco realistico ma anche alquanto deresponsabilizzante. Quello di isolare i violenti e metterli in condizione di non nuocere è un compito che tocca alle forze di polizia, e cioè proprio allo Stato, al quale i cittadini onesti che chiedono solo di poter lavorare pagano già tante tasse per svolgere questo e altri compiti. E non sono certo in condizione, in questo momento, di potersi organizzare, come il vecchio Pci, un proprio “servizio d’ordine”.

Corrado Ocone, 29 ottobre 2020