Italia, nell’ultimo anno persi 156 miliardi di risparmi

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Nel 2018 gli italiani hanno perso ben 156 mld di euro di risparmi. La notizia è di pochi giorni fa. Ad onor del vero non si tratta di una vera notizia, vista la scarsa diffusione ed eco che ha avuto dagli organi di stampa. Se n’è occupato soltanto qualche giornale di settore. I dati da cui estrapolare il valore di perdita li si trova soltanto in una tabella immersa in un report di una cinquantina di pagine.

In pratica, scovare quel dato, quella perdita secca da oltre 156 mld di euro è un lavoro da addetti al settore.

Il report di cui si parla è l’ABI mouthly outlook di giugno. Si tratta di una relazione mensile pubblicata dall’Associazione Banche Italiane che, ogni trenta giorni, riassume movimenti e trend bancari, tassi d’interesse, flussi in entrata ed uscita dal sistema. Insomma quello di ABI è un ricco osservatorio cui guardare per comprendere la direzione del mondo dei risparmi in Italia. Proprio all’interno di questo documento troviamo anche una tabella contenente tutti i numeri relativi all’andamento delle cosiddette “Attività finanziarie delle famiglie italiane”.

I tecnici, i ben informati, con i termini “attività finanziarie”, fanno riferimento al denaro liquido accantonato da privati ed investito su strumenti finanziari monetizzatili. Si tratta di conti correnti, titoli di stato, obbligazioni, azioni, fondi comuni d’investimento, fondi di natura assicurativa.

La tabella riportata dall’ABI è molto dettagliata e mostra anche la ripartizione delle attività finanziarie per singoli prodotti d’investimento, così come potete vedere dalla figura estrapolata dall’Outlook.

Ma a rendere interessante il quadro è anche il confronto delle singole voci di investimento rispetto all’anno precedente. Nella prima riga in particolare troviamo il dato totale di fine anno, sia del 2018 che del 2017. È proprio dalla differenza tra i 4374 mld di euro di fine 2017 e i 4218 mld contabilizzati a fine 2018 che si evince la perdita di 156 mld di cui si parlava in apertura di quest’articolo.

La “diminutio” assume dimensioni ancora maggiori se si fa riferimento al fatto che gli italiani, nel 2018 hanno versato altri 32 mld di risparmi sui conti correnti (dati Banca d’Italia).

A cosa è dovuta questa flessione? Questa perdita di ricchezza?

Di certo una forte incidenza è arrivata dall’andamento dei mercati finanziari nel corso del 2018 che hanno picchiato duro soprattutto nella seconda parte dell’anno, a dicembre in particolare.  La tabella, infatti evidenzia come proprio alla voce “Azioni e Partecipazioni” sia stata contabilizzata la perdita più consistente, una perdita di 138 mld di euro visto che il saldo di 1,038 mld del 2017 è passato ai 900 milioni di fine 2018.

Questo dato dovrebbe farci riflettere molto sull’investimento diretto in Borsa, spesso, quasi sempre per la verità, gestito nell’ottica del “Fai da Te”, una modalità che se va bene per piccoli lavoretti casalinghi, quelli da bricolage per intenderci, non ha mai ragione davvero di esistere in campo finanziario. La diversificazione, che sono pochi tra risparmiatori, consulenti, responsabili di uffici titoli di banche ad applicare davvero, è la vera anima di tutte le virtù finanziarie.

C’è un altro elemento che dobbiamo tenere in gran considerazione. Come evidenziato nella tabella alla voce Biglietti, Monete e Depositi”, gli italiani detengono più di un terzo dei loro patrimoni in strumenti di liquidità, per la maggior parte in conto corrente, servizio attraverso il quale non solo non è possibile essere remunerati, vista la situazione dei tassi d’interesse, ma dal quale, l’unica garanzia ottenibile è quella legata alle perdite certe in termini di costi fissi, bolli, tassazioni.

Non avendo remunerazione alcuna, i C/C non sono in grado neanche di mantenere il “potere d’acquisto” dei capitali di famiglia, che verranno costantemente erosi anche dall’inflazione. Insomma quel 1390 mld alla voce liquidità rappresenta una palla al piede non da poco per il futuro delle famiglie del Paese. I risparmi rappresentano una delle poche garanzie a cui gli Italiani potranno aggrapparsi in caso di necessità. Bisognerebbe fare in modo da farli crescere quanto più è possibile, invece che contabilizzare perdite che nel tempo si fanno sempre più consistenti.

Ce lo racconta anche la ricerca Global Wealth Migration Review 2019: negli ultimi 10 anni abbiamo perso il 14% del valore dei nostri risparmi. Con il nostro debito pubblico, una situazione previdenziale complicata; con le difficoltà per i nostri ragazzi di entrare nel mondo del lavoro e con il veloce invecchiamento della nostra società, perdere ricchezza è l’ultima cosa che possiamo permetterci di fare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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