Italia, tutti i numeri del Paese

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Apriamo con tre righe tratte da un report. Tre righe in calce alle prime pagine di commento all’interno del documento redatto da Eurostat e pubblicato qualche giorno fa.

L’Italia è l’unico Stato Membro dell’Unione Europea a registrare una contrazione del Prodotto interno lordo di -0,1% nel primo trimestre del 2019, dopo che l’ultimo del 2018 era stato pari a zero.

Il dato di per sé, cambia poco la situazione, rispetto all’ultimo trimestre dello scorso anno. Ma quel meno davanti alla crescita della ricchezza nazionale, assume un rilievo ancor più negativo in relazione al fatto che il resto dei numeri dell’UE sono decisamente differenti di tanto che, per alcuni Paesi, supera addirittura il 5% così come riportato da Eurostat.

Nell’Unione europea, il tasso di crescita annuo del PIL è stato dell’1,5% nel primo trimestre del 2019, stabile rispetto al quarto trimestre del 2018.

La crescita annuale del PIL ha accelerato oltre il 5% in Romania e Ungheria nel primo trimestre del 2019. Anche Polonia ed Estonia sono state tra gli Stati membri con i più alti tassi di crescita annui del PIL nel primo trimestre del 2019. L’Italia è stato l’unico Stato membro dell’UE a registrare una contrazione del suo tasso di crescita del PIL annuale nel primo trimestre del 2019.

Insomma un quadro non positivo, quello italiano i cui numeri erano già stati ripresi ad aprile sia dal Fondo Monetario Internazionale all’interno del loro World Economic Outlook:

…Gli investimenti sono diminuiti in Italia con l’allargamento degli spread sovrani. Le condizioni si sono allentate nel 2019 quando la Federal Reserve statunitense ha segnalato un atteggiamento di politica monetaria più accomodante. Il rallentamento della crescita globale, la prolungata incertezza fiscale e alti rendimenti in Italia, in particolare se accompagnata da una recessione più profonda, porterebbero a possibili ricadute negative per altre economie dell’area dell’euro. Una rapida rivalutazione da parte dei mercati della politica monetaria negli Stati Uniti potrebbe anche stringere le condizioni finanziarie globali.

A medio termine, i cambiamenti climatici e la discordia politica nel contesto di una crescente disuguaglianza sono rischi chiave che potrebbero ridurre la produzione potenziale globale, con implicazioni particolarmente gravi per alcuni paesi vulnerabili.

Anche il report dell’OCSE va nella stessa direzione:

Negli ultimi anni, l’economia italiana ha segnato una modesta ripresa, sostenuta dalle condizioni economiche globali, da una politica monetaria espansiva e dalle riforme strutturali. Tuttavia, recentemente, la ripresa è rallentata e l’Italia continua a subire le conseguenze di problemi sociali ed economici che perdurano. Il tenore di vita degli italiani è quasi pari al livello rilevato nel 2000 e i tassi di povertà dei giovani restano alti.

Negli ultimi decenni, le grandi disparità regionali si sono ampliate. Un pacchetto di riforme completo volto ad aumentare la produttività e la crescita dell’occupazione è essenziale per una crescita e un’inclusione sociale più solide. Le prestazioni relative all’esercizio di un’attività professionale e un regime di reddito garantito moderato dovrebbero far crescere l’occupazione e ridurre la povertà, a condizione che tali strumenti siano sostenuti da migliori programmi di ricerca di lavoro e di formazione. L’azione volta a razionalizzare e a migliorare il coordinamento tra gli organi interessati dalle politiche di sviluppo regionale e il rafforzamento della capacità al livello delle amministrazioni locali aiuterebbero a promuovere la crescita e l’inclusione sociale nelle regioni meno sviluppate.

Queste le ultime righe riassuntive del Rapporto Economico OCSE ITALIA – Nota di Sintesi del 2019, un rapporto che “bacchetta” ulteriormente l’Italia. Anche dall’OCSE, quindi, arriva un ulteriore avviso di “attenzione” ai conti pubblici e non solo. Tra l’altro il rapporto apre con una serie di raccomandazioni al nostro Paese: le più importanti sono quelle di natura fiscale, con inviti ad un inasprimento della lotta all’evasione e l’aumento dei controlli.

Insomma tre documenti internazionali, redatti da tre enti sovranazionali la cui intonazione di fondo è praticamente identica per tutti e dove per tutti a parlare, purtroppo per noi, sono i numeri che non tornano più…

Leopoldo Gasbarro, 5 luglio 2019

 

 

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