L’ultimo derby tra squadre italiane in una semifinale di Champions League risale alla stagione 2002/2003 ed in quell’occasione si trattava di una stracittadina milanese; il Milan superò il turno ai danni dell’Inter (decisivo il pareggio per 1-1 del Milan in “trasferta” dopo lo 0-0 dell’andata) per poi conquistare in finale il trofeo battendo ai rigori la Juventus in un altro derby tricolore. Ad ormai 20 anni di distanza, alla luce di quanto visto nell’andata dei quarti di finale, sembra avvicinarsi il traguardo di un nuovo derby italiano nel penultimo atto del trofeo europeo più ambito.
Per il nostro calcio sarebbe sicuramente una bella iniezione di fiducia dopo annate non particolarmente brillanti nelle competizioni europee; sono infatti piuttosto lontani i tempi in cui le squadre italiane recitavano un ruolo da protagoniste in Champions e spesso lottavano per accaparrarsi il trofeo dalle “grandi orecchie”. Basti pensare che l’ultimo trionfo italiano in Champions risale al 2010 con l’impresa dell’Inter del Triplete e da allora, ad eccezione delle due finali conquistate (e perse) dalla Juventus (nel 2015 e 2017) abbiamo registrato ben poche soddisfazioni con eliminazioni spesso precoci ed un gap che si è via via allargato con i top team spagnoli e inglesi (che unitamente al Bayern Monaco hanno monopolizzato l’albo d’oro della competizione).
È giusto dare risalto all’impresa dell’Inter che ha espugnato lo stadio Da Luz di Lisbona regolando con un perentorio 2-0 il Benfica e mettendo una seria ipoteca sul passaggio del turno e sulla conquista della semifinale. In un’annata in cui i nerazzurri non hanno mai trovato continuità di risultati in campionato inanellando prestazioni spesso altalenanti, acquisisce ancora maggiore rilevanza il risultato maturato in terra lusitana contro un Benfica dal gioco spesso spumeggiante che arrivava a questa sfida forte del primo posto in campionato e di un eccellente percorso in Champions (arrivando primo nel girone con PSG e Juventus e poi demolendo il Bruges agli ottavi).
A questo punto, pur senza fare troppi calcoli in vista del ritorno a San Siro, i nerazzurri hanno la grande opportunità di proseguire il proprio percorso in Europa (con annessi benefici in termini di introiti per le casse societarie) e guardare con maggiore ottimismo alla volata per i primi 4 posti in campionato che garantirebbe la certezza della partecipazione alla Champions anche per la prossima stagione.
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L’altro quarto di finale, in cui si fronteggiano Napoli e Milan, resta tuttora avvolto da grande incertezza. Il primo atto ha premiato i rossoneri che dopo aver retto l’onda d’urto partenopea di inizio partita hanno gradualmente preso fiducia chiudendo il match sull’1-0 e mantenendo la porta inviolata anche grazie ad un Magnien prodigioso. Si deciderà tutto nella gara di ritorno al Maradona in cui potrebbe essere fondamentale per il Napoli il recupero di Osimhen (la cui assenza a San Siro si è sentita) e con il Milan che avrà a disposizione 2 risultati su 3 per il passaggio del turno.
Da un lato quindi la chance per i rossoneri di ritrovare una semifinale di Champions che manca dal 2007 (incrocio vincente con il Manchester United, preludio al trionfo di Atene sul Liverpool) e provare a raddrizzare una stagione che dopo la pausa per il mondiale ha regalato varie delusioni (sconfitta nella finale di Supercoppa con l’Inter, eliminazione in Coppa Italia per mano del Torino e uscita precoce dalla lotta per lo scudetto). Per il Napoli invece l’occasione per scrivere una nuova pagina di storia del club (mai arrivato in una semifinale di Champions) e rendere ancora più indimenticabile una stagione già di per sé memorabile con lo scudetto ormai a portata di mano.
Il probabile derby di semifinale ed il conseguente ritorno di un club italiano in una finale di Champions rappresenterebbe quindi una piacevole sorpresa, soprattutto in una fase non certo brillante per il nostro calcio. Un simile risultato, difficilmente prevedibile ad inizio stagione, non dovrà in ogni caso essere foriero di illusioni in quanto le svariate problematiche che affliggono il calcio italiano (su tutti i ricavi commerciali, l’appetibilità dei diritti tv e gli stadi spesso obsoleti e raramente di proprietà) appaiono ancora lontane dall’essere risolte e sarà su queste che si dovrà lavorare alacremente negli anni a venire affinché i nostri club possano tornare a battagliare stabilmente ad alti livelli nell’Europa che conta.
Per quanto riguarda il movimento calcistico è corretto sperare che già quest’anno un nostro club possa trionfare in Champions rompendo quel digiuno che dura ormai dal lontano 2010; ovviamente l’eventuale italiana finalista non partirebbe con i favori del pronostico ma è altresì vero che in una gara secca può succedere di tutto e quindi non è neppure da escludere una vittoria ai danni di corazzate apparentemente “ingiocabili” quali Real Madrid o Manchester City (candidate numero uno per l’altra semifinale).
Più in generale auspichiamo che l’exploit delle italiane nella Champions 2022/2023 non rappresenti qualcosa di totalmente “estemporaneo” ma che al contrario possa configurarsi come segnale di risveglio e di rilancio per il mondo del pallone nostrano, un primo passo nel lungo e accidentato percorso di risalita verso l’élite del calcio europeo.
Enrico Paci, 14 aprile 2023