Politica

Ius Scholae, dibattito inutile: tanto l’Italia non è più una nazione

matteo salvini e antonio tajani sullo Ius Soli © Wпаков tramite Canva.com

La terra o il sangue: c’è chi ha scelto l’una e chi ha scelto l’altro per l’appartenenza ad una nazione. Oggi il sangue è diventato sinonimo di razzismo, in una società sempre più ibrida il sangue si mescola facilmente. E già far presente questa banalità può sottoporti all’accusa di razzismo. È evidente se difendi il tuo sangue lo fai perché ti contraddistingue come il colore della pelle.

Ma mi chiedo: gli italiani oggi si distinguono per il sangue che scorre nelle loro vene e per il colore della loro pelle? Solo per questo? Beh sarebbe ben poco o sbaglio? Cosa voglio dire? Che tutto questo dibattito è privo di senso perché gli italiani hanno perso da tempo il senso di una loro appartenenza nazionale. La cittadinanza nasce da qui: dalla condivisione dei valori di una nazione. Ma questa dopo il fascismo non c’è mai stata. Nel secondo dopoguerra gli italiani si identificavano in due partiti oggi neppure con quelli.

È tutto un dibattito insensato per consentire un po’ di teatrino tra chi dice di no, chi di si e chi dice discutiamone magari partendo dalla scuola. Ma questa non è più la scuola di un tempo. Al posto dell’educazione civica ti fanno quella sessuale. Ripensare l’idea di nazione, il senso della nostra appartenenza questo dovrebbe essere il punto della discussione attuale.

Paolo Becchi, 23 agosto 2024

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