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Ius soli, cosa ci insegna Jacobs - Seconda parte

Ed è anche la dimostrazione che si può fare un buon uso del proprio successo, che il potere non è un male in sé ma può anzi essere uno strumento efficace e una condizione essenziale per esprimere la propria libertà. Non ci sentiamo di dare, attraverso Jacobs, lezioni ai calciatori della nazionale che, un mese fa, hanno prima titubato e poi accettato di inchinarsi per un fine estrinseco e discutibile. Che fosse un atto di coazione, non spontaneo, lo hanno capito tutti. Che però essi vi abbiano adempiuto, probabilmente per non crearsi problemi, non è né giustificabile ma nemmeno comprensibile.

Si può comprendere il povero cristo che deve scendere ogni giorno a compromessi con la propria coscienza per campare e far sì che i potenti non gli nuocciano più di tanto, ma a chi è popolare ed indispensabile, quale può esserlo un calciatore alla nazionale, bisognerebbe far presente che, oltre a calciarle certe sfere bisogna anche dimostrare di averle. A ben vedere, la virtù sportiva è anche questo.

Corrado Ocone, 12 agosto 2021

 

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