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J.D. Vance strapazza l’Ue: “Censura minaccia più grave di Putin”

Il vicepresidente Usa stronca l’Europa su immigrazione, Russia e libertà di parola

JD Vance Monaco (1)
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Se l’Europa si aspettava una Conferenza sulla sicurezza conciliante, si sbagliava. A Monaco di grandi del mondo si riuniscono ma il vicepresidente Usa J.D. Vance sfrutta l’occasione, come fanno notare alcuni quotidiani americani, per picchiare duro contro il Vecchio Continente. Contro le sue politiche migratorie. Contro il suo politicamente corretto. Contro la cancel culture che rischia di mettere in pericolo la libertà di parola.

La guerra in Ucraina

È stato un discorso duro, quello di Vance. Certo: gli Usa hanno assicurato che nessun negoziato con la Russia verrà siglato senza coinvolgere l’Unione Europea e che si intende garantire “l’indipendenza di lungo periodo di Kiev”, ma tra il dire e il fare c’è di mezzo l’Oceano Atlantico. Perché mentre l’Europa continuava a insistere sulla resistenza ucraina, Trump intanto telefonava per ben due volte a Mosca, si accordava con Putin per vedersi in Arabia Saudita, costringeva Kiev a rinunciare alla Crimea, a promettere terre rare per ripagare le forniture militari e sbatteva in faccia a Zelensky la porta della Nato. Il tutto senza minimamente coinvolgere né Macron né Scholz né men che meno Ursula von der Leyen. Come ribadito ieri in più occasioni, gli Usa di The Donald non intendono sobbarcarsi le spese militari degli europei che sono chiamati ad aumentare gli investimenti, a fare “un passo avanti” mentre “l’America si concentra sulle aree del mondo in grande pericolo”. Tradotto: fate vobis, a noi non interessate più.

“La libertà in ritirata”

L’attacco frontale però Vance l’ha riservato alla libertà di parola, al mainstream, ai migranti. “La minaccia che mi preoccupa di più nei confronti dell’Europa non è la Russia, non è la Cina, non è nessun altro attore esterno; ciò che mi preoccupa è la minaccia dall’interno, l’allontanamento dell’Europa da alcuni dei suoi valori più fondamentali, valori condivisi con gli Stati Uniti d’America”. E ancora: “In Gran Bretagna e in tutta Europa, temo, la libertà di parola è in ritirata. Non si può imporre l’innovazione o la creatività, così come non si può forzare le persone su cosa pensare, cosa sentire o cosa credere, e crediamo che queste cose siano certamente collegate. E sfortunatamente, quando guardo l’Europa oggi, a volte non è così chiaro cosa sia successo ad alcuni dei vincitori della Guerra Fredda”.

Il vicepresidente Usa ha fatto anche degli esempi, molto precisi. A partire dalle elezioni in Romania che sono state annullate solo perché aveva vinto un filorusso, senza che nessun difensore della democrazia europeo abbia osato protestare. “C’è stato un commissario europeo che in televisione di recente è sembrato felice che il governo rumeno avesse appena annullato un’intera elezione. Una cosa simile potrebbe accadere in Germania – ha aggiunto Vance -. Ora, queste dichiarazioni sprezzanti risultano scioccanti per le orecchie americane. Per anni ci è stato detto che tutto ciò che finanziamo e sosteniamo è in nome dei nostri valori democratici condivisi; tutto, dalla nostra politica sull’Ucraina alla censura digitale, è presentato come una difesa della democrazia. Ma quando vediamo tribunali europei annullare elezioni e alti funzionari minacciare di annullarne altre, dovremmo chiederci se stiamo rispettando standard sufficientemente elevati”. Prendete ad esempio la scusa utilizzata in Romania per annullare il voto, ovvero la presunta influenza russa su Tik Tok: “Se la vostra società democratica può essere distrutta da 200mila dollari di pubblicità sui social media – è il ragionamento di Vance – allora dovreste riflettere seriamente su quanto sia forte la vostra presa o quanto sia forte la vostra comprensione della volontà del popolo”.

Quello rumeno non è l’unico esempio. Vance ha criticato i blitz della polizia tedesca “contro cittadini sospettati di aver pubblicato commenti anti-femministi online come parte della lotta alla misoginia su Internet'”. Oppure la condanna della Svezia all’attivista che ha preso parte ai roghi del Corano. Oppure la sentenza nel Regno Unito contro un uomo “accusato di aver violato le zone di protezione attorno alle cliniche per l’aborto, un uomo che si era messo ad una certa distanza e stava pregando in silenzio senza dare fastidio a nessuno”. Una vera e propria attitudine alla censura che l’Europa avrebbe peraltro “copiato” dagli stessi Stati Uniti a guida Biden.

L’immigrazione

Vance ha preso a schiaffi l’Ue anche sulla pericolosa deriva che sta portando alla de-industrializzazione europea. Ma il tema cruciale è e resta quello delle migrazioni. Argomento che per troppo tempo i politici europei hanno snobbato, limitando la volontà del popolo che chiedeva più protezione delle frontiere: “Oggi una persona su 5 viene dall’estero, è simile negli Usa, il numero dei migranti entrati nella Ue sono raddoppiati nel 2021 – ha detto – L’Europa deve cambiare rotta sull’immigrazione”. J.D. Vance ha pure invitato i politici tedeschi a collaborare con l’Afd per risolvere il problema.

Non sono mancati infine riferimenti a Elon Musk. Come noto, l’Europa lamenta le interferenze del magnate nella politica europea, in particolare in Germania, dove ha sostenuto espressamente l’Afd per le prossime elezioni. Intanto, Vance ha ricordato che Musk non parla mai a nome di Trump, anche sul tema dei migranti, anche se “ha ragione” quando sostiene che i Paesi Ue debbano smettere di far entrare masse di immigrati. E poi, ha concluso, l’Ue deve mettersi l’anima in pace: “Se la democrazia americana ha potuto sopravvivere a 10 anni di rimproveri di Greta Thunberg, voi ragazzi potete sopravvivere qualche mese di Elon Musk“.

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