Esteri

L'attacco al Vaticano

Javier Milei fa pelo e contropelo a Papa Francesco: “È un comunista”

L’intervista del neo-presidente argentino e le parole contro il pontefice: “Ha affinità con i dittatori assassini”

Javier Milei Papa Francesco

Pubblichiamo la trascrizione dell’intervista rilasciata dal neo-presidente argentino, Javier Milei, a Tucker Carlson. Molto dure le parole su Papa Francesco.

Penso che lei sia un cattolico, come ha detto, e che difenda i principi di vita cattolica. Il Papa attuale è argentino. Ma il pontefice l’ha criticata e lei lo ha definito “un comunista”. Perché?
Francesco “è un Papa che ha una forte ingerenza politica. Ha dimostrato, inoltre, una grande affinità con i dittatori come Castro o Maduro”.

Aspetti: lei crede che il Papa abbia affinità con Raul Castro?
“Sì, ha affinità con i comunisti assassini. In effetti non li condanna. Cioè, è abbastanza accondiscendente con loro. Ed è anche accondiscendente con la dittatura venezuelana. Cioè, è accondiscendente con tutti gli assassini, anche quando sono veri criminali. Questo è un problema. Ma è anche una persona che considera la giustizia sociale un elemento centrale della sua visione.  E giustizia sociale significa rubare il frutto del suo lavoro ad una persona e darlo ad un’altra. Quindi implica due cose. La prima è una rapina, e la rapina è contraria ai dieci comandamenti. Cioè, avvallare la giustizia sociale significa avvallare un furto. L’altro problema è che si tratta di un trattamento diseguale davanti alla legge. E non mi sembra che sia giusto che alcuni siano premiati e altri siano castigati da una posizione di potere come quella dello Stato, che ha il monopolio della violenza”.

(…)

Lei prega per avere saggezza e guida?
“Beh, mi sembra che ci sia molta gente che prega per me. Mi fa molto felice sapere che tante persone vanno al muro del pianto, in Israele, a pregare per me. Quindi, mi sento bene. Ma, a parte questo, sono convinto di ciò che sto facendo. La vita senza libertà non ha motivo di essere vissuta. Una volta mi hanno chiesto se sono disposto a dare la mia vita per la libertà. E io sono disposto a darla. Cerco di essere testimone di questo stile di vita: vivere in libertà. La schiavitù mi sembra qualcosa di orribile. E io vorrei dare a questa battaglia per la libertà tutto ciò che devo, con le conseguenze che ci saranno. Perché fare la cosa giusta non si negozia. Quello che voglio che sia chiaro è che i socialisti hanno le mani sporche di sangue…”

Sta dicendo che i socialisti hanno le mani sporche di sangue perché credono di essere Dio?
“Loro credono di essere Dio. Sono eretici. Nel suo ultimo libro, Hayek l’ha definita “la presunzione fatale”. In un altro articolo, in cui Hayek ha dato una forma più scientifica e profonda dell’idea della mano invisibile di Adam Smith, afferma che per poter applicare il socialismo è necessario che le persone siano onniscienti, onnipresenti e onnipotenti. Cioè, credano di essere Dio. E vi racconterò qualcosa: io non sono Dio. E vi dirò qualcosa di peggio: i politici sono così miserabili e inquietanti, specialmente quelli di sinistra, che sono al di sotto della popolazione media. Chi pretende di essere al pari della popolazione media? Solo quello che ne sta sotto. L’omicidio è un peccato capitale e da esso non può venire nulla di buono. Niente di buono può venire dagli omicidi. Niente di buono può venire dai furti. Quindi, tornando a Papa Francesco: perché sostiene un’agenda che difende l’omicidio, il furto e l’invidia? È strano, no?”

Quindi, perché lo fa?
“Penso che dovrebbe rispondere lui. Perché, alla luce del dibattito, a luce dell’evidenza empirica, è lui che deve dare le spiegazioni sul perché difende un’organizzazione economica che conduce alla povertà, alla miseria, alla violenza, alla decadenza e che, se la lasciassero prosperare, distruggerebbe il mondo. Lo spiegherà lui. Io non sono un socialista. Io sono liberale, un libertario”.