È notizia di ieri la positività della First Lady americana, Jill Biden, che ha contratto il Covid per la seconda volta. Attualmente, il presidente Usa risulta essere negativo e fuori pericolo, così come anche la moglie, affetta solo da sintomi lievi. Eppure, sembra una vera e propria odissea quella passata dai due inquilini della Casa Bianca.
Jill Biden positiva
Il numero uno americano, infatti, aveva contratto il virus lo scorso luglio, per poi uscire dall’isolamento ed essere contagiato nuovamente dopo tre giorni. Qualora risultasse positivo pure questa volta, dovrebbe saltare il G20 di New Delhi, programmato per il 9 e 10 settembre. Gli esiti più nefasti, però, sembrano ricadere su Jill Biden, la quale – nonostante le quattro dosi di vaccino – sarà costretta a rimanere in isolamento ormai a pandemia largamente finita.
Nonostante tutto, è lo stesso medico ad assicurare che alcuni pazienti sottoposti al Paxlovid, il farmaco antivirale della Pfizer, potessero subire “un rimbalzo” del contagio. Una situazione già passata dallo stesso presidente americano a luglio, appunto, quando fu costretto ad un ulteriore quarantena di cinque giorni.
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La vicenda rimane però significativa per ribadire un concetto cruciale, più volte ripreso sulle colonne di questo sito. Il vaccino è stato indubbiamente il mezzo principale per raggiungere il fine (l’uscita definitiva dalla pandemia), ma è l’orientamento ultra-vaccinista (accompagnato da una comunicazione allarmistica e cacofonica) ad aver toppato in pieno.
La sconfitta delle viro-star
Usciamo da mesi durante i quali le viro-star ci raccontavano che il siero avrebbe protetto sia dalla malattia, che dal contagio. Oggi possiamo dirlo: è una menzogna. E il caso lampante della First Lady americana ne è un dato significativo, visto il doppio contagio nonostante le quattro dosi vaccinali somministrate. E allora, anche in tempi di “sicurezza sanitaria”, è necessario ribadire due formule, che durante l’epoca Covid sono stati i principali tabù della comunicazione.
Uno: la categoria dei contagiati non può essere associata a quella dei malati. Anche in questo caso, nonostante l’età avanzata di Jill Biden, i sintomi sono solamente lievi (sicuramente, contro l’incidenza della malattia, il vaccino ha avuto un ruolo decisivo, ma è altrettanto evidente che gli effetti sul contagio non sono stati gli stessi).
Due: il rischio zero non esiste. Sulla base dell’assunto secondo il quale, in presenza di soli vaccinati, ci saremmo trovati in un luogo sicuro, si è creata la narrazione dogmatica del green pass, andando poi a ledere diritti e libertà fondamentali del singolo. Anche in questo caso, bisogna ridirlo chiaramente: pure i vaccinati possono contagiare e trasmettere la malattia. Un dato di fatto che per lungo tempo è stato negato dalla virologia da salotto, ma che oggi ritrova l’ennesima conferma. Chissà cosa ne penseranno i Galli, i Crisanti e le Viola…
Matteo Milanesi, 6 settembre 2023