La storia spesso condanna alla damnatio memoriae personaggi geniali, troppo avanti rispetto alla loro epoca. Ma non si può, a nostra volta, condannare chi lo fa, perché quegli stessi personaggi sono spesso incapaci di gestire, nella prassi richiesta dalla vita quotidiana, quelle loro intuizioni (che si riveleranno in seguito di enorme successo).
Tale è il caso di John Law, uomo del Settecento, protagonista di una vicenda esistenziale e storica degna dei più grandi personaggi letterari a lui contemporanei, oggetto della biografia di Silvia Maria Busetti John Law. Vita funambolesca e temeraria di un genio della finanza (Liberilibri). Scrive l’autrice “Di certo sappiamo che John Law fu una persona fuori dal comune. Cambiò l’economia del mondo attraverso il suo Sistema e la diffusione della moneta cartacea. Lo fece in nome del benessere, della prosperità generale e della sua ambizione. Fu audace e spericolato. Per raggiungere questo obiettivo rischiò tutto, e tutto perse.”
Scozzese, figlio di un orafo, giovane galantuomo uccise a Londra un suo pari in duello e dovette fuggire dal regno britannico per evitare la condanna a morte. Esperto di calcolo di probabilità, appassionato studioso di economia, visse per anni da girovago guadagnandosi da vivere come giocatore d’azzardo di altissimo livello, frequentando e affascinando i circoli e le corti più in vista d’Europa. Nel frattempo, oltre a questa vanitosa attività che gli dava da vivere, elaborava un complesso e innovativo sistema finanziario che avrebbe squassato le basi economiche e sociali della Francia e di buona parte del mondo.
Il sistema di Law era incentrato su un vasto utilizzo della moneta fiduciaria (mentre in Europa gran parte del sistema economico si basava sul valore intrinseco dei metalli preziosi) che permettesse di alimentare in maniera estremamente significativa il credito che si poteva garantire e quindi la liquidità disponibile generando un favoloso volano per i consumi, ma anche, ovviamente, visto che nessun pasto è gratis, lo spettro più che concreto di bolle finanziarie e iper-inflazione.
In quel momento storico, subito dopo la scomparsa del Re Sole Luigi XIV, lo Stato francese era in ginocchio per gli sperperi della corte, il debito era completamente fuori controllo (il debito è sempre di attualità!), il commercio era quasi fermo e la povertà nelle campagne e nei sobborghi delle città era dilagante. Il duca d’Orleans, Reggente di Francia, dovette escogitare un modo per risanare le finanze. E gli sembrò di averlo trovato quando s’imbatté in quell’affascinante scozzese che, giunto a corte, illustrò al Reggente la sua idea secondo cui il problema principale della Francia era la scarsità di denaro: “Quando il denaro scarseggia, il commercio languisce”. Secondo Law bisognava dunque aumentare il credito e la circolazione del denaro grazie all’istituzione di una banca nazionale che avrebbe emesso moneta cartacea in cambio di depositi in moneta metallica.
Entrato nelle grazie del Reggente, e dato l’immediato successo dell’applicazione delle sue teorie e l’esplosivo miglioramento della vita economica francese, John Law divenne uno degli uomini più potenti di Francia, se non il più potente, dominus assoluto dell’economia francese. Nulla sembrava impossibile per Law, conquistata la Francia non gli restava che lanciarsi alla conquista del Nuovo Mondo, dell’America. Ma da lì, oltre che dai difetti del suo sistema troppo avanzato per i suoi tempi, incapace di garantire la sua stessa sopravvivenza, inizierà la sua rovina.
Lasciando al lettore la curiosità di approfondire la storia di Law con il suo apice e la sua caduta, possiamo terminare con questa citazione dal sapore attuale: “Mentre il popolo godeva del denaro intascato grazie alle speculazioni di borsa, convinto che Law potesse trasformare in oro tutto ciò che toccava, il Reggente non teneva sotto controllo gli stampatori della Zecca Reale.”
Liberilibri, 12 febbraio 2021