Paul Pogba, centrocampista francese, non solo era sinonimo di talento e grinta in campo, ma ora, purtroppo, è anche associato a un caso di doping. Oggi la mazzata: la Procura antidoping ha concluso le indagini sul calciatore accusato di abuso di sostanze proibite.
L’iter processuale ha portato alla richiesta di una squalifica di quattro anni per il 30enne. Analisi e contro-analisi, svolte nel laboratorio romano dell’Acqua Acetosa il 6 ottobre, avevano infatti confermato la positività al Dhea, il deidroepiandrosterone, un contaminante classico di numerosi prodotti contro l’invecchiamento e per il potenziamento della forza muscolare. Lo chiamano “ormone della giovinezza” ed è stato proibito dall’Agenzia Mondiale Antidoping da una decina di anni. Questa sostanza era presente nel corpo di Pogba dopo la partita contro l’Udinese del 20 agosto, una partita in cui il giocatore non era neppure entrato in campo come sostituto.
Il futuro del giocatore bianconero resta dunque appeso a un filo. Sospeso in via precauzionale dal settembre scorso, e rifiutata l’ipotesi di patteggiamento a 2 anni di sospensione, Pogba si trova ora ad affrontare un possibile processo davanti al Tribunale Nazionale Antidoping e – in caso di appello – di fronte ai giudici del Tas di Losanna. Se la squalifica venisse confermata, la carriera del centrocampista con la Juventus, mai veramente iniziata dal suo ritorno in bianconero, sembra destinata a concludersi anzitempo. Secondo quanto riporta la Gazzetta, la squadra e il calciatore sono destinati a separarsi non appena la squalifica diventerà definitiva con la sentenza di primo grado. Una risoluzione consensuale del contratto, senza liti legali, permetterebbe alla Vecchia Signora di risparmiare qualcosa come 30 milioni di euro (salvo clausole particolari nel contratto). Ad oggi il contratto di Pogba è sospeso e guadagna il minimo sindacale ovvero 2mila euro netti al mese, senza potersi allenare o avere contatti con gli altri tesserati.
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La difesa di Pogba dovrà ora decidere come muoversi per limitare i danni dell’assunzione di un integratore contaminato senza consultare i medici bianconeri. Il calciatore ha ammesso di aver preso questo integratore, la cui confezione recava un avvertimento per il doping, sotto consiglio di un medico a Miami. Questo, tuttavia, potrebbe non essere sufficiente a scongiurare la squalifica, mettendo a rischio non solo la sua carriera con la Juventus, ma anche l’intera carriera calcistica del giocatore.
Resta ora da vedere quale sarà la contromossa difensiva del giocatore francese e se, al di là delle implicazioni giuridiche, riuscirà a riconquistare la fiducia dei tifosi e a rilanciare la sua carriera, un tempo promettente, su nuovi e lontani orizzonti.
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