Esteri

Kamala Harris, ansia al New York Times: “Brutto l’ultimo sondaggio”

Il tycoon viene dato in vantaggio di tre punti su “Obamala”. Panico tra i democratici

Trump Harris © flySnow e Monkey Business Images tramite Canva.com

Fermi tutti, qualcosa si muove. Anzi: forse si mette male per Kamala Harris detta “Obamala”. Alle elezioni americane (che seguiremo da vicino su questo nostro sito) manca poco più di una settimana e adesso i progressisti temono davvero che alla Casa Bianca possa tornare Donald Trump.

Lo avevamo segnalato qualche giorno fa: il tycoon stava risalendo nei sondaggi sia a livello nazionale (che, come noto, contano poco) sia negli Stati chiave che poi determineranno la vittoria dell’uno o dell’altro candidato. L’ultima e unica volta che The Donald è diventato presidente era riuscito a conquistare il poter pur conquistando meno voti assoluti della sfidante Hillary Clinton. Ma i supporter di Obamala sanno che minore è la forbice che divide i due nel voto popolare, minore è la possibilità che ha Kamala di recuperare negli Stati che contano.

L’ultimo sondaggio di New York Times e Siena College a dieci giorni dal voto dice infatti che i due contendenti sono in perfetta parità. Harris riscuote il 48% dei consensi, contro il 48% di Trump. Mai l’elettorato era stato così diviso, e questo “preoccupa” il quotidiano americano. “Nell’ultima settimana o giù di lì, diversi sondaggi di alta qualità hanno mostrato una gara in parità o addirittura hanno visto Trump in vantaggio”, si legge. Il Wall Street Journal lo dà in vantaggio di tre punti, mentre la CNBC di due. In ogni caso il risultato, fanno sapere i cronisti del NYT, non è incoraggiante per l’attuale vicepresidente visto che nelle ultime elezioni spesso hanno avuto un vantaggio nel voto popolare anche quando hanno perso il Collegio elettorale e quindi la presidenza. Senza contare che l’ultima proiezione della stessa casa sondaggistica dava Kamala in vantaggio di 3 punti percentuali. Tradotto: The Donald può farcela nonostante “poche persone avrebbero preso in considerazione all’inizio del ciclo” la possibilità che prendesse più voti a livello nazionale.

A questo punto il NYT si è chiesto: la paladina di Obama può riuscire a vincere pur pareggiando, o addirittura perdendo, al voto popolare? Intanto occorre capire perché c’è così poco amore da parte degli americani verso l’erede di Biden. Intanto, solo il 28% degli elettori crede che il Paese sia sulla strada giusta ed essendo Kamala l’attuale vice-presidente, l’elettore non può che far ricadere anche su di lei parte della colpa. Il tasso di approvazione dell’operato di Biden, peraltro, è sotto il 40% e anche qui sono guai: nessun partito, fa notare il NYT, ha mai conquistato la Casa Bianca o vinto il voto popolare quando questo dato era così basso. Sull’economia, poi, i sondaggi dicono che secondo gli americani Trump se la cava meglio. “E più in generale, più elettori affermano di fidarsi di lui su ogni questione a cui tengono di più”.

Tuttavia, una cosa sono i sondaggi, un’altra il voto. Biden, per dire, ha vinto il voto nazionale con 4,5 punti di vantaggio su Trump quattro anni fa, ma ha ottenuto la Presidenza solo a qualche decimo di percentuale nel Wisconsin. Come ci ha spiegato chiaramente qui Mauro Della Porta Raffo, sono solo alcuni gli Stati che possono davvero fare la differenza. Secondo il NYT è probabile che, pareggiando o vincendo il voto popolare, Trump ottenga la nomina alla Casa Bianca, anche se ci sono “molti segnali” che nel Collegio elettorale (i grandi elettori che votano poi il Presidente) il suo vantaggio “si sta affievolendo”. Certo non si può escludere che Harris ce la faccia, ma le cose non si stanno mettendo affatto bene, anzi: “Potrebbe essere un po’ troppo – ragiona il NYT – chiedere alla signora Harris di vincere in Pennsylvania, Wisconsin e Michigan se sta perdendo così tanto terreno altrove nella nazione”.

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