Commenti all'articolo Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta (John Maynard Keynes)

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Tullio Pascoli
Tullio Pascoli
28 Maggio 2019, 11:46 11:46

Keynes liberale??? ma andiamo, potrà essere eventualmente “liberal” nel senso americano: uno che difendeva l’intervento del potere pubblico nell’economia, di autenticamente liberale non poteva avere niente.

Del resto, le divergenze nel dibattito fra Hayek e Keynes alla conferenza di Bretton Woods hanno fatto storia, mettendo in evidenza le radicale differenze fra i due.

Pertanto, con tanti autori veramente “liberali”, mi sembra piuttosto stravagante voler definire “liberale” uno statalista come Keynes …

Se non abbiamo letture “liberali” migliori da leggere, siamo davvero a corto di idee; Keynes era più a sinistra dello stesso Gobetti che, in molti, esaltano ancora oggi come grande liberale; certo, in un Paese dove si dimentica, magari, un nome come Bruno Leoni, non mi sorprendo più niente; questo, sì, era un grande liberale riconosciuto in tutto il mondo e quasi ignorato nella sua stessa Italia.

Giovanni Solazzo
Giovanni Solazzo
21 Aprile 2019, 12:11 12:11

Keynes fu sempre un liberale, iscritto al partito inglese. Farlo diventare marxista light è veramente comico. Hayek andò a Londra per conoscere Keynes che ammirava. Non si amavano, ma insieme parteciparono alla sorveglianza dei tetti di Londra durante la BATTAGLIA D’INGHILTERRA. La vituperata UE di oggi è certamente più vicina a Hayek (in versione teutonico ordoliberista che Hayek dubito approverebbe e dubito pure Friedman) che a Keynes ed è la dimostrazione che la MANO INVISIBILE DEL MERCATO ha bisogno di essere ogni tanto di essere guidata, almeno un po’. Il traffico scorre meglio se si autoregolamenta con le rotonde invece che con i rigidi e ottusi semafori. Ma ciò non toglie che anche sulle rotonde accadono incidenti e in quel caso non interviene la MANO INVISIBILE, ma POLIZIA POMPIERI, AMBULANZE vale a dire lo STATO che ogni liberale sa che è un male, però necessario, poiché se gli uomini sono imperfetti, lo sarà anche la circolazione delle auto e lo saranno anche anche i mercati che prodotti degli umani sono. Un liberale è cosciente dell’imperfezione umana, per questo è liberale, che poi creda che il mercato invece sia perfetto è una splendida superstizione. No, non conta che nel lungo periodo il mercato ritrovi, forse, equilibrio, perché come è noto tale periodo può non coincidere con la breve esistenza degli umani.… Leggi il resto »

Mazzola
Mazzola
16 Aprile 2019, 21:36 21:36

Quanta ignoranza… studiate prima di parlare, pseudo economisti a cominciare da Porro
Giornalista di basso livello

Giacomo
Giacomo
16 Aprile 2019, 11:42 11:42

Qua sembra che Friedman e von Hayek siano stati quasi dimenticati dalla storia o perseguitati e che Keynes sia fondamentalmente un idiota, non scherziamo per favore.
Quando leggo “Fu lo snob economista inglese a spiegare che nel futuro si sarebbe dovuto lavorare al massimo tre ore al giorno, per un totale settimanale di quindici. Ha ovviamente sbagliato, come in molte delle sue previsioni” leggo ideologia, infatti se ne possono osservare diverse peculiarità in poche righe: offesa (“snob”), falsa conseguenza logica (“dovuto”… “sbagliato”, perché mica sbaglio io se ti dico quel che dovresti fare e poi non lo fai), l’uso di termini impropri (“ovviamente”, perché niente è ovvio) e denigrazione finale (ha sbagliato “come tante delle sue previsioni”).
La storia ci dice che la direzione che ha preso la politica almeno negli ultimi 30 anni ha avuto un indirizzo liberale: lo Stato Italiano si è ritirato sì o no da diversi settori pubblici? Si sono avute o non si sono avute privatizzazioni importanti (“liberalizzazioni”)? E in che situazione ci troviamo oggi? Sia chiaro: se ne può discutere e lo so che non è una dimostrazione questa, ma è un indizio che mi fa pensare che non sia poi così assurdo dare qualche colpa al liberismo.

Ivo Biavaschi
Ivo Biavaschi
16 Aprile 2019, 10:20 10:20

Grazie caro Porro, era ora che tu citassi il grande Milton. Figuriamoci citare la moglie Rose, od il figlio David, ancora più rivoluzionario.
Mi ha sempre sorpreso che sia così poco citato e pochissimo letto nonostante le rare traduzioni siano così facilmente comprensibili.

Paolo
Paolo
16 Aprile 2019, 9:52 9:52

In fin dei conti, sempre meglio il maestro che gli epigoni. Tra i quali, anche numerosi marxisti rimasti orfani. E come il vecchio Karl pare non avesse in gran simpatia quanti, con lui ancora in vita, iniziavano a dichiararsi marxisti (tanto che più d’una volta ebbe a scrivere, paradossalmente, di non essere marxista); così il vecchio John pare, a detta di Hayek, che non nutrisse particolare simpatia verso i propri discepoli. I quali non si sono risparmiati di istituirgli un bel culto, con immancabili chiese e sette: un’altra cosa che marxismo e keynesismo hanno in comune. E pensare che Keynes confidò, proprio ad Hayek, in uno dei loro ultimi incontri poche settimane prima della sua dipartita, che non avrebbe avuto problemi a ‘sconvolgere nuovamente l’opinione pubblica se le misure ispirate alle sue teorie, concepite per un contesto particolare, si fossero rivelate inflazionistiche e pericolose in un altro contesto’. Ma si sa, ai politici/governi/Stati, gli dai un dito e con la scusa si prendono il braccio, per la gioia di tutti gli economisti che ambiscono a fare i consiglieri del Principe.