Non bisogna mai dimenticare quel 7 ottobre, perché l’orrore continua anche in queste ore. È successa una cosa che dovrebbe colpire tutti quanti noi. Le Brigate al-Qassam hanno comunicato che Kfir Bibas, un bambino di 10 mesi, sarebbe morto insieme alla madre Sherry Silverman Bibas e al fratellino Ariel (4 anni). Il condizionale è d’obbligo quando si parla di queste comunicazioni: non è il primo caso di uno ostaggio dato per morto che viene poi riconsegnato vivo. Però in questo caso il terrore che tutti quanti noi abbiamo è che sia tutto vero.
Ieri pomeriggio il Corriere titolava così: “Hamas: ‘Il piccolo Kfir, morto a dieci mesi sotto le bombe israeliane insieme alla madre e al fratello di quattro anni”. C’è qualcosa che non quadra. Chi lo ha portato con il fratello e la mamma in una prigionia sotto la quale sarebbero tutti morti?
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In una guerra i bambini vengono usati dalla propaganda, da una parte e dall’altra. Però questo bambino è stato ucciso da Hamas. La stessa Hamas che nelle prime ore dopo quel blitz realizzava video in cui rivendicava di aver rapito un bambino di pochi mesi e l’altro di 4 anni. Bambini che vengono prelevati con freddezza dalla loro casa, peraltro dopo aver ammazzato i vicini e i parenti.
Vi sembra normale che diamo tutti ciò per acquisito, come se fosse un’abitudine consolidata? Qui c’è un nome preciso di quello che è avvenuto: si tratta di un crimine contro l’umanità. Poi si può anche discutere delle reazioni, si può discutere della politica, però bisogna rimettere le cose al loro posto. Se un bambino di 9 mesi viene rapito e muore, come dicono quelli di Hamas ‘sotto i bombardamenti israeliani’, è morto solo per colpa di chi l’ha portato via dal suo letto.
Nicola Porro, dall’editoriale di Stasera Italia del 29 novembre 2023
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