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Khelif, caos olimpico. La Spagna rivela: “Combatteva alla pari solo con uomini”

La confusione tra generi crea disordine. La testimonianza dell’allenatore di boxe spagnolo, Rafael Lozano: “Si è allenata con noi, ha fatto male a tutte le ragazze”

pugilato olimpiadi 2024

Nei primi mesi del 1980 imperversava come un tormentone “Confusion”, una celebre canzone della Electric Light Orchestra, gruppo rock britannico. Il titolo rappresenta perfettamente ciò che, non da oggi, accade nello sport di alto livello, il quale dovrebbe trovare nelle Olimpiadi la sua massima espressione.

In realtà, pur nascendo come una competizione transazionale tra singoli atleti o tra singole squadre, sin dalle prime edizioni il colossale evento sportivo ha rappresentato un confronto, spesso più politico che sportivo, tra Stati e tra grandi blocchi, così come avvenuto durante la lunga fase della cosiddetta guerra fredda. Sta di fatto che, per sintetizzare la massimo, il tanto decantato spirito di Olimpia, fondato sulla pace la fratellanza tra i popoli, si è di volta in volta adeguato ai tempi e alle tendenze del momento. Tendenze che, in questa particolare fase storica dell’Occidente, appaiono fortemente orientate nei riguardi di ciò che molti definiscono come il pensiero politicamente corretto.

Tant’è che, facendo il lungo salto storico, dall’epoca in cui sono stati utilizzati in abundantiam anfetamine, steroidi anabolizzanti, testosterone a quintali, autoemotrasfusioni ed altri “miracolosi” ritrovati per migliorare le prestazioni degli atleti, si è passati in quella della confusione tra i generi, in cui il Cio (Comitato olimpico internazionale) ha addirittura modificato le proprie linee guida, consentendo di fatto ad alcuni transgender nati uomini di competere insieme alle donne, rischiando di alterare fortemente l’esito delle competizioni medesime.

Questo, almeno dalle confuse e contraddittorie informazioni che stanno circolando in questi giorni, sembra essere il caso della boxer algerina Imane Khelif, la quale ha costretto all’abbandono la nostra Angela Carini. In particolare, sebbene ad un primo sguardo l’algerina non può che suscitare molte perplessità circa il suo genere sessuale, il Cio ha ribadito che trattasi di una donna a tutti gli effetti, sebbene ai mondiali dello scorso anno, insieme ad una altra sua collega, la taiwanese Lin Yuting, sia stata squalificata dall’International boxing association per un eccessivo livello di testosterone e la presenza dei cromosomi XY, proprio degli individui di sesso maschile.

A questo proposito, al di là del polverone che si generato dalla sconfitta annunciata della nostra atleta, a quanto pare l’Associazione pugilistica ungherese ha inviato una lettera di protesta sia al Cio sia al comitato olimpico ungherese per la sfida dei quarti di finale tra la sua boxer Anna Luca Hamori e la Khelif. Molto interessanti a tale proposito le dichiarazioni di Rafael Lozano, attuale allenatore della nazionale spagnola di pugilato femminile, riportate a Radio Marca: “Non lo trovo giusto, non lo trovo equo. Ognuno può pensarla come vuole, ma questa è la mia opinione. Durante un ritiro a La Blume cui aveva partecipato anche Imane Khelif non siamo riusciti a metterla sul ring con nessuna avversaria: l’abbiamo inserita in un incontro con Jennifer Fernández e le ha causato un infortunio. Con chiunque l’abbiamo abbinata, la rivale ha riportato un danno. L’abbiamo dunque fatta combattere con José Quiles ed è stato un incontro equilibrato. Dal mio punto di vista, non lo ritengo giusto”. José Quiles è uno dei pugili della nazionale spagnola maschile presente alle Olimpiadi di Parigi 2024.

Ora, a prescindere da come si concluderà una vicenda tanto confusa, se si vuole evitare che lo sport di alto livello si trasformi in una specie di fenomeno da baraccone del terzo millennio, occorre stabilire che il granitico, almeno per molti, paradigma dell’inclusione a tutto campo non sconfini in una bolgia sportiva in cui prevalga una assoluta confusione tra i generi, determinando i presupposti per eliminare del tutto le inevitabili barriere che non ci sono state imposte da un cattivo legislatore, ma solo dalla giudici imparziale della nostra natura biologica.

Claudio Romiti, 3 agosto 2024

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