Politiche green

Lo "studio" Oxfam

“L’1% ricco inquina come 5 miliardi di persone”. Smontiamo la scemenza

Quante sciocchezze su riscaldamento globale ed emissioni. E l’Accademia dei Lincei rifiuta il confronto con Clintel-Italia

ricchi inquinamento © Chris_LeBoutillier e cyano66 tramite Canva.com

Ma più nessuno al mondo studia l’aritmetica? No, dico, perché un comunicato Ansa sulle emissioni poi rilanciato da tutti i media, credo quasi nessuno escluso, è il seguente: “L’1% dei più ricchi del mondo (80 milioni) consumano quanto i 2/3 più poveri del medesimo mondo (5 miliardi)”. Ci informano a caratteri cubitali che l’allarme viene da uno “studio” di una Ong chiamata Oxfam. Ormai la parola “studio” si riferisce spesso a cose meritevoli del premio IgNobel – anche se, va detto, anche gli studi meritevoli del premio Nobel ve li raccomando.

Se digitate su Google la parola “Oxfam” trovate, oltre che, naturalmente, il sito di questa Ong, tutti quelli che si sono sentiti in dovere di diffondere la notizia, e ci sono tutti, dal Fatto Quotidiano al Corriere. Mi chiedo perché prima di diffondere sciocchezze o, comunque, cose senza alcuna rilevanza e interesse, alcuni giornalisti non pensano. Un calcolo simile potete farlo con qualunque cosa: i 10 uomini più ricchi/più grassi/più… fate voi, della vostra città probabilmente sono più ricchi/più pesanti/più… dei 100 uomini più poveri/più magri/più…

Ma che razza di notizia è? Entrando nel merito, siccome quegli 80 milioni emettono il 15% delle emissioni, anche quando a essi tutti venisse un colpo apoplettico, le emissioni diventerebbero l’85% delle attuali e, stavolta, senza alcuna speranza che possano ridursi perché i cristiani rimanenti, coi soli occhi per piangere, non avrebbero niente da ridurre. Anzi – e questo è un fatto – tutti i più poveri del mondo (India in testa) sono determinati ad emettere di più.

Nello stesso comunicato l’Ansa – e con essa tutti gli altri, come pecore dietro al montone che si spinge a capofitto in un burrone – informa di un altro allarme, stavolta lanciato dall’Onu (altrimenti detta Organizzazione non utile): “Da qui al 2100 le temperature del pianeta aumenteranno di 2.9 gradi”. Mi chiedo: come han fatto a scrivere quel “virgola 9” senza arrossire? O, veramente, si son bevuti che qualcuno sappia oggi, con quella precisione, la temperatura del pianeta fra 77 anni? Mi piacerebbe sapere chi, esattamente è costui. Dicono l’Onu, ma non esiste un signor Onu.

E, parlando di Onu, non poteva mancare quel Guterres che, testuale, “sprona la comunità internazionale a mettere in campo un’azione drastica sul clima, ora”. Ripete la frase da anni, ma non dice quale codesta “azione drastica” dovrebbe essere. Nessuno lo dice, fateci caso. Certo, dicono tutti che bisogna ridurre le emissioni e aumentare eolico e fotovoltaico, ma nessuno che dia numeri precisi sul da farsi con numeri precisi sugli effetti. Beh, noi almeno abbiamo già calcolato che se gli 80 milioni più ricchi del mondo facessero harakiri (una bella azione drastica, eh?) la cosa al clima non farebbe un baffo.

Per non farsi mancare niente, completano il racconto: quegli 80 milioni di ricconi saranno “responsabili della morte di 1.3 milioni di cristiani da qui al 2030”. Ci tocca un altro po’ d’aritmetica. Il 15% delle emissioni di quei ricconi significa, di fatto, 5 gigatonnellate di CO2, visto che le totali emesse dall’umanità sono 34 Gt. Ma 5 Gt di CO2 corrispondono a una concentrazione atmosferica di 0.5 ppm (parti per milione), cosicché se gli 80 milioni di ricconi del mondo si volatilizzassero, senza le loro emissioni la concentrazione atmosferica di CO2 sarebbe 419.5 ppm anziché 420 ppm.

Non credo ci sia altro da aggiungere. Anzi una cosa ancora: quelli di Clintel-Italia (che ritengono che non c’è alcuna emergenza climatica) hanno di nuovo sfidato l’Accademia dei Lincei a confronto scientifico, con un comunicato stampa che però l’Ansa ha deciso di non diffondere, sebbene gli fosse stato inviato. Ecco, ora non ho più niente da aggiungere.

Franco Battaglia, 23 novembre 2023