Ora, qui l’obiettivo è più prosaico, cioè la lotta all’evasione, ma il principio liberticida è lo stesso. E la stessa è la malafede, o se preferite l’ingenuità, con cui ci viene venduta come modernizzante una concezione che ci fa regredire enormemente rispetto a valori che dovrebbero esserci cari perché costituiscono le basi della nostra civiltà: la riservatezza, l’autonomia individuale, la libertà. La quale, come insegnavano i classici del pensiero liberale, è anche libertà di errare e di peccare. Ad esempio, chi potrà a cuor leggero fare un regalo ad una eventuale amante sapendo che potrebbe dover darne conto a qualche solerte funzionario? Comunque, poi alla fine non c’è molto da temere: anche la riforma fiscale finirà nel nulla.
L’uso del condizionale (“potremmo”) è indicativo: Conte non può che lanciare un’idea, per lo più per farsi vedere impegnato, ma poi c’è sempre qualcuno che gliela contesta e impallina. Il governo è in uno stallo totale, e non ne uscirà. Almeno questa volta però, grazie al condizionale, il presidente non dovrà rimangiarsi il già detto. Quella dell’abbassamento dell’Iva, ci ha fatto sapere ieri, era solo un’ipotesi, una fra le tante nate ai “tavoli di lavoro” di Villa Doria Pamphili. Che dire? Non lo avevamo capito, ma forse era solo il condizionale che ci era sfuggito.
Corrado Ocone, 2 luglio 2020