Quella messa in scena dai media di potere non è stata, attenzione, l’apologia del comunismo ma del Partito Comunista Italiano, chissà perché in ruolo di contrappeso democratico al regime bianco. Equivoco che si è potuto mantenere solo nel quadro del grande consociativismo postbellico in base al seguente accordo: io Dc non ti metto fuori legge e tu Pci non mi scateni la rivoluzione; ti accontenti del sottogoverno, della lottizzazione spartita, del parastato, l’università e la scuola di massa che è sempre un bell’osso da spolpare.
Così durante il boom abbiamo potuto assistere al trionfo di un comunismo all’italiana falsamente alla buona, quello emiliano-romagnolo, dove si praticava il capitalismo più selvaggio e i diritti sindacali venivano sistematicamente elusi. In questo senso i Gramsci, i Togliatti, i Bordiga hanno perso.
Hanno vinto, invece, nella grande menzogna che i successori hanno poi amministrato tenendo oliata la macchina propagandista, grazie anche ad una destra culturalmente subalterna e disorganizzata.
Oggi la nouvelle vague ha i tratti globalizzati di Greta e di Lady Gaga che canta per Kamala Harris. In Rai e sui giornali della borghesia codina controllati da un governo profondo rosso lo sanno e si regolano di conseguenza.
Max Del Papa, 21 gennaio 2021