Economia

La Bce al tempo del Draghistan - Seconda parte

È partita un’onda lunga di vendite che potrebbe alzare di molto il costo del debito italiano a prescindere dallo spread. È l’onda di ritorno del “whatever it takes” che potrebbe spazzare via velocemente ogni politica espansiva di bilancio, farci tornare in piena austerità sotto la guida Mario Draghi, colui il quale aveva dato il via alle rotative di stampa del denaro al momento giusto ma probabilmente esagerando negli anni successivi.

La credibilità personale di Draghi potrà forse contenere lo spread ma non l’inflazione, per la prima volta dovrà intestarsi in prima persona politiche restrittive, spiegare alla popolazione che abbiamo vissuto per 10 anni in una bolla che lui stesso aveva contribuito a gonfiare e che ora deve esplodere.

Da ieri siamo entrati in una nuova era, salvo imprevisti tipo una guerra in Ucraina o eventi catastroficamente recessivi, il denaro sarà più caro lo stato sociale meno generoso e le tasse più vessatorie. Unico vantaggio si tornerà a parlare di problemi concreti non più delle mascherine della repubblica del Draghistan.

Antonio Rizzo, 4 febbraio 2022

PaginaPrecedente
PaginaSuccessiva