Riguardo alla follia europea che vorrebbe limitare la proprietà privata e la libera disponibilità degli immobili in funzione del loro consumo energetico, ci si dimentica che i burocrati e i politici sono al servizio dei cittadini e non il contrario. Questo ribaltamento dei ruoli sta diventando urticante: le leggi, gli apparati, i funzionari pubblici, nascono in quanto voluti dai cittadini. Sempre di più nelle società moderne, sembra invece che i cittadini siano al servizio dello Stato che più o meno li tollera e troppo spesso dice loro come comportarsi.
La sublimazione di questo inganno è la spesa pubblica. Una mitologica figura del welfare state, che sembra completamente sconnessa da chi la alimenta: le tasse e il lavoro dei cittadini-contribuenti. Purtroppo, e questa è cronaca di tutti i giorni, stiamo lentamente e inesorabilmente cedendo pezzi delle nostre libertà a chi ci governa. C’è sempre un’emergenza con la quale dobbiamo fare i conti, e in virtù di essa la struttura pubblica si attribuisce poteri e diritti che le sarebbero preclusi.
Il cambiamento climatico è un’emergenza, ma anche una religione. Nessuno lo nega. Posto che esso c’è sempre stato. Ma i suoi sacerdoti e le loro liturgie del terrore armano le peggiori intenzioni. Cosa volete che sia togliere la proprietà di un immobile, se abbiamo la certezza che essa verrà presto inondata, terremotata dal cambiamento degli elementi che viene dato per imminente e certo?
Tutti coloro che oggi, giustamente, si scandalizzano per l’assurda direttiva europea anti proprietà, non sono forse gli stessi che tacciono compiaciuti per la morte annunciata del motore a scoppio deciso dagli stessi burocrati? In fondo a Bruxelles non fanno che mettere in pratica il vangelo di Greta e appare piuttosto ridicolo oggi lamentarsi mentre ieri si è applaudito al fanatismo della ex adolescente. I commissari europei traducono in legge il verbo del profeta.
Solo quando il climatismo arriva a toccare ciò che di più sacro abbiamo, la casa, finalmente ci accorgiamo di quanto esso sia fanatico. A rendere ancora più ridicola la storia è ovviamente la miopia eurocratica, la stessa che aveva previsto di non celebrare il Natale con il suo nome e la stessa che dovrà stabilire come si debbano spendere i 220 miliardi del Pnrr.
Lottare contro la direttiva europea che vorrebbe espropriare i nostri diritti sulla casa, vuol dire lottare per rimettere a cuccia la Bestia statale. Smettiamola però di alimentarla.
Nicola Porro, Il Giornale 11 dicembre 2021