C’è qualcosa che non quadra nelle manifestazioni ambientaliste globali dei giorni scorsi. Tanti giovani uniti in piazza senza grandi bandiere di partito. Belle e giovani facce: pulite, si sarebbe detto un tempo. Per una causa che in fondo tutti condividono: rispettare il nostro pianeta. Poi in Italia si mischia tutto a Bella ciao, e buonanotte. Ma il fenomeno ha una sua forza politica che non deve essere sottovalutata.
Piuttosto ci si deve chiedere dove vada. Sui media italiani c’è stata la veloce intuizione del nuovo direttore de La Repubblica, che l’ultima volta che ha sbagliato una battaglia riguardava forse una copertina di Vanity Fair, che sin da subito ha ballato sulle scorie del pianeta. E poi la geniale Confindustria-Sole24 ore, che fino a prova contraria dovrebbe rappresentare quelli che in qualche modo inquinano, ci regala un bel pezzo in cui denuncia l’economia dei consumi (quelli che gli imprenditori vorrebbero più sostenuti in Italia) e quella dell’usa e getta. Prima ancora arriva il neo segretario del Pd, Zingaretti, al quale Veltroni e Renzi hanno scippato tutto il Pantheon e che dedica la sua vittoria alla svedesina Greta. Ovviamente non poteva mancare il presidente della Repubblica Mattarella, sempre democristiano e pacato, ma per una volta preciso e tranchant: il mondo è sull’orlo del precipizio.
E allora bisogna solo seguire i puntini, le briciole e si arriva al premio. L’ecologismo pulito nella forma di Greta, le masse dei bambini che non hanno letto Canetti, le certezze sul clima di chi ha dimenticato la fine del pianeta pronosticata dal Club di Roma, l’inquinamento di chi non ricorda i piloni all’amianto del Ponte Morandi simbolo di una ricostruzione che ora sta marcendo, i gradi Celsius che aumentano perché tutti lo sanno, ma nessuno ricorda Rubbia che in Senato ci ha detto che tra il 2000 e il 2014 sono scesi di mezzo punto, ebbene tutte queste briciole del sapere assoluto sono in fondo l’ultimo straordinario sforzo delle élite (si può ancora dire?), degli sconfitti, nel combattere il populismo e il sovranismo.
È la disperata trovata del perdente per risalire la china. È la nuova religione, tutta verde, per combattere il giallo. È la clava di chi la pensa giusta contro Trump, ma anche Salvini. Il «gretinismo» è quel collante politico che unisce anche i diversissimi per combattere gli inetti sovranisti sul loro stesso campo, con le loro stesse armi e tecniche. Se per i primi uno vale uno, per i secondi una ragazzina vale tutti. La bimbocrazia è la genuina battaglia contro l’incapacità e l’improvvisazione: è la sua sublimazione per cui ad incompetente si risponde con fanciullo. Non vi stupite, le vie della politica sono infinite. Furono la Confindustria e il Corriere della Sera, by Luca Cordero di Montezemolo, ad inventarsi la Casta, che esisteva ed esiste. Furono loro a svegliare la bestia populista affamata di stipendi, pensioni, rimborsi e che oggi ci governa e di cui oggi loro stessi si dolgono assai.
E così oggi tutti uniti per un pianeta più pulito e meno sviluppato. Tutti uniti contro il sovranpopulismo. I bambini ci salveranno.
Ps. solo Giuliano Ferrara il gran nemico del Truce e compagnia dell’anello, non c’è caduto. Ma ha letto Tolkien.
Nicola Porro, Il Giornale 17 marzo 2019