Appunti sudamericani

La Bolivia diventa dittatura

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L’arresto del governatore di Santa Cruz, Luis Fernando Camacho, un critico del Movimento al Socialismo (MAS) di Evo Morales, segna l’inizio ufficiale di una dittatura in Bolivia, sul modello di Cuba, Venezuela e Nicaragua. Il leader provinciale è stato arrestato violentemente e senza rispettare i suoi diritti nel quadro del ”processo ‘per’ il colpo di stato” che, secondo la narrazione del governo, aveva rovesciato Evo dal potere poco più di tre anni fa. Ma in Bolivia, nel novembre 2019, non c’è stata nessuna rivolta militare, nessun proclama o comunicato che chiudesse i poteri. Né i generali in uniforme arrestarono nessuno. Quello che era successo era stata un rivolta sociale originata da una frode elettorale certificata dall’Organizzazione degli Stati Americani, frode commessa dallo stesso Evo.

Inoltre Morales si era candidato alle elezioni il 20 ottobre 2019 per un quarto mandato consecutivo e lo aveva fatto in violazione di un referendum in cui la sua stessa base votò contro la sua candidatura. La tensione era tale che a quel tempo la Confederazione dei Lavoratori boliviani, la storica e mitica COB, vicinissima a Evo propose a Morales di dimettersi. “Se è un’azione e una misura per la pacificazione del popolo, compagno presidente, ti invitiamo a riflettere sul fatto che puoi assumerti questa responsabilità. Se c’è bisogno di dimettersi, di pacificare il popolo, facciamolo, te lo diciamo dalla Centrale dei lavoratori boliviani per pacificare il paese”. Il giorno dopo Evo presentò le sue dimissioni.

Poco prima, dopo il pronunciamento sindacale, un amico di Morales, il capo della FF.AA., Williams Kaliman, aveva dato lo stesso suggerimento a lui. Evo accettò e partì per il Messico e poi in Argentina, dove scrisse il resoconto opportunistico del “colpo di stato”. Oggi Santa Cruz inizia uno sciopero generale per l’arresto del loro governatore di cui chiede il rilascio. Ieri Camacho è stato accusato di “terrorismo” e “colpo di stato”, gli hanno inflitto 4 mesi di carcere preventivo e rischia 20 anni di galera.

Paolo Manzo, 31 dicembre 2022


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