Esteri

Guerra in Ucraina

“La bomba portata con un gatto”. Così è morta Daria Dugina (grazie alla Cia)

La rivelazione del Washington Post: i legami tra i servizi segreti ucraini e quelli Usa. “Missioni approvate da Zelensky”

Alexasdr Dugin daria dugin figlia

Dietro la morte di Daria Dugina, la figlia dell’ideologo di Putin, c’erano i servizi segreti di Kiev. Forse si tratta del segreto di Pulcinella, visto che anche gli 007 americani erano già arrivati alle stesse conclusioni dei colleghi russi, ma stavolta il Washington Post sostiene di aver trovato dei dettagli non indifferenti. Per colpire la giovane russa, infatti, sarebbe stato portato esplosivo all’interno dei confini grazie ad un trasportino per gatti.

Il ruolo degli 007 di Kiev

Lo spionaggio ucraino in fondo negli ultimi mesi ha acquisito un ruolo di primo piano nella guerra di intelligence in corso con la Russia, paragonabile “all’ascesa dei servizi di intelligence israeliani del Mossad negli anni ’70”, come rivelato da un funzionario della CIA. Questi agenti, formati e collegati alla CIA, sono in prima linea nella guerra in corso, e i loro successi sono stati notevoli. Le operazioni segrete di alto profilo, tra cui l’uccisione di personaggi di alto profilo come Daria Dugina e del blogger pro-Russia Vladlen Tatarsky, sono tra queste. Entrambe le operazioni, secondo il quotidiano americano, sarebbero state autorizzate dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky “tacitamente o esplicitamente” e realizzate dal servizio di sicurezza interno, l’Sbu. “Ogni dettaglio delle operazioni segrete di alto profilo sarà discusso dopo la vittoria”, ha dichiarato il servizio stampa , sottolineando il loro impegno per “espellere gli occupanti dal territorio e porre fine alla guerra con la vittoria”.

I servizi formati dalla Cia

Queste operazioni, compresi i due bombardamenti al ponte di Crimea, un comandante ucciso mentre faceva jogging al parco e l’attacco al tetto del Cremlino, per quanto applaudite in patria, non sono state esenti da critiche. Alcuni sostengono che la strategia del servizio segreto ucraino non contribuisce a far avanzare la causa dell’Ucraina contro la Russia, ma rafforza invece la narrativa di Vladimir Putin. Di certo i successi delle operazioni sono visti come un impulso al morale delle truppe e della popolazione, ma anche gli alleati Occidentali – primi tra tutti gli Stati Uniti – non hanno nascosto in passato un certo nervosismo verso le operazioni ucraine in territorio russo. Missioni ad alto rischio ma che rischiano anche scatenare un’escalation militare sin qui evitata. La stretta collaborazione tra la CIA e il servizio segreto ucraino, rivela il Wp, suscita dubbi e perplessità in America, mettendo molti a disagio. Da quando nel 2015 la CIA ha iniziato a spendere decine di milioni di dollari per trasformare radicalmente il servizio segreto ucraino, trasformandolo da un’agenzia di formazione sovietica in un potente alleato contro Mosca, le tensioni sono aumentate. Secondo il quotidiano, infatti, dietro le missioni in Russia ci sarebbero squadre ucraine “formate, addestrate ed equipaggiate in stretta collaborazione con la Cia”. Una ricostruzione che, a poche ore dall’esplosione dell’auto di Dugina, Kiev aveva categoricamente smentito: “L’Ucraina non ha assolutamente nulla a che fare con questo, perché non siamo uno stato criminale come la Russia, e nemmeno uno stato terrorista”, aveva detto Mykhailo Podolyak.

Daria Dugina e il trasportino per gatti

Eppure secondo la ricostruzione del Wp le cose non stanno esattamente così. Due settimane prima dell’esplosione, una donna e la bimba 12enne sarebbero entrate in Russia dall’Estonia su un’auto stracarica di roba, compreso un trasportino per gatti con uno scompartimento nascosto al cui interno erano contenute le componenti per la bomba. La donna avrebbe preso casa nello stesso condominio della figlia di Alexandre Dugin, sorvegliandola. L’Fsb russo aveva identificato l’agente infiltrato in Natalia Vovk, 42 ​​anni. Con lei anche un complice che avrebbe fornito una targa kazaka alla donna, avrebbe aiutato a montare l’esplosivo e poi sarebbe fuggito in Estonia. La bomba era originariamente diretta a Dugin padre, che però all’ultimo sarebbe salito su un’altra auto.

Franco Lodige, 24 ottobre 2023