Halloween si avvicina e allora quale occasione migliore per ricordare la caccia alle streghe politicamente corretta? Partiamo da Hermione Granger, la nota streghetta di Harry Potter, interpretata da Emma Watson che, paradossalmente, è tra i persecutori anziché le perseguitate.
“Sono qui per tutte le streghe”. È così che l’attrice, nonché pasionaria femminista, era intervenuta ai BAFTA 2022. Una frecciatina rivolta alla madre della saga che ha dato alla Watson la visibilità di cui gode oggi, quando si dice sputare nel piatto in cui si mangia. Ma perché questa acredine da parte della streghetta contro la “strega” J.K. Rowling? La risposta sta nelle posizioni della scrittrice, definite “transfobiche”. Convinzioni che la “strega” ha pagato con condotte vili e meschine, che più volte le hanno tolto ciò che le spettava di diritto in quanto frutto del suo lavoro. Come, ad esempio, quanto successo la scorsa estate, quando l’autrice di Harry Potter non è stata inclusa nelle mostre che il Seattle Museum of Pop Culture ha dedicato al franchising.
Il motivo? Il solito, come si può constatare dal post sul blog condiviso dal Museum of Pop Culture, scritto dal project manager Chris Moore: “(…) Questa certa persona è un po’ troppo esplicita con le sue opinioni super odiose e controverse per essere ignorata”. Ebbene sì, in nome dell’inclusività arcobaleno la madre di Harry Potter è stata esclusa dalle mostre dedicate al franchise di Harry Potter.
Indubbiamente un’inclusività coerente nella sua incoerenza.
E, a proposito di streghe, da ricordare quanto successo nel 2021 a Kathleen Stock, docente dell’Università del Sussex, in Inghilterra. La professoressa era finita nella bufera per aver detto semplicemente ciò che di fatto esiste, ossia la differenza di genere tra donne e trans. Una vera e propria blasfemia per l’ideologia dominante delle minoranze.
Infatti, la Giovanna D’Arco dell’ovvio ha subito una vera e propria campagna persecutoria al punto da portare la professoressa universitaria alle dimissioni, descrivendo in un tweet quel periodo come “orribile” per lei e la sua famiglia”.
Una vera e propria caccia alle streghe denunciata dalla stessa Rowling in un tweet, quando, nel 2021, un gruppo di giornalisti-attivisti trans rese pubblico il suo indirizzo di casa, postando su Twitter la foto del suo vialetto. Un post che portò addirittura a farle temere per la sua incolumità, costringendo la Rowling a denunciare tutto in un tweet in cui menzionava le altre perseguitate, come appunto Kathleen Stock. “Nessuna di queste donne è protetta nel modo in cui lo sono io. Assieme alle loro famiglie sono state messe in uno stato di paura e angoscia – scriveva – Forse il modo migliore di dimostrare che il vostro movimento non è una minaccia per le donne è di smettere di seguirci e di molestarci”.
Con la nuotatrice Riley Gaines, invece, la molestia è degenerata in aggressione: colpita in faccia da un uomo vestito da donna, per aver osato opporsi alle atlete trans come Lia Thomas nelle gare femminili. Una caccia alle streghe dove ai roghi si sono sostituiti la gogna pubblica, l’esilio mediatico e probabilmente, a breve, il bavaglio legalizzato
Infatti, in Gran Bretagna i laburisti hanno intenzione di equiparare i cosiddetti abusi transfobici ai crimini motivati da odio razziale o religioso, punibili con due anni di carcere, col rischio di criminalizzare chiunque non abbracci l’ideologia arcobaleno. Una critica alla quale non potrà mancare la strega per antonomasia: “Sarò contenta di farmi due anni se l’alternativa sono il linguaggio obbligato e la negazione forzata della realtà dell’importanza del sesso. Fatevi sotto col processo: sarà più divertente che stare sul red carpet”.
Un processo fatto in nome della diversità ma diretto a distruggere quella che muove il mondo.
Nemes Sicari, 28 ottobre 2023