La Ripartenza

“La cancel culture è censura. Tanti attori sono di destra, ma non possono dirlo”

Ludovica Frasca, attrice e modella, ospite speciale alla Ripartenza di Bari del 7 e 8 luglio: “C’è razzismo al contrario”

Ludovica Frasca_La Ripartenza

Cancel culture, politicamente corretto, censura. Sono questi alcuni dei temi trattati con l’attrice e la modella Ludovica Frasca, ospite speciale de La Ripartenza di Bari, che si terrà il 7 e l’8 luglio al Teatro Petruzzelli. C’è un pericolo illiberale per la democrazia? Il politicamente corretto sta esasperando la libertà? È più la destra o la sinistra americana a porre in essere atti di censura? Come si manifesta quest’ultima nel mondo dello spettacolo? “Ci sono un sacco di attori a Hollywood che votano il Partito Repubblicano, ma non lo possono dire”.

Ludovica Frasca, ci racconti di lei. Quando ha iniziato a fare moda e televisione?

Ho iniziato qui in Italia per poi trasferirmi negli Stati Uniti, prima per amore e poi per lavoro poco prima della pandemia. Ho appena girato tre film ed un cortometraggio a Los Angeles, che usciranno alla fine di quest’anno e all’inizio dell’anno prossimo. Qui in Italia, sicuramente mi occupo più di moda, ma la mia vera passione è la televisione, il contatto con il pubblico soprattutto.

Alla Ripartenza ci parlerà di politicamente corretto, può darci qualche anticipazione?

Penso ci sia un’esasperazione della libertà, che poi si traduce nel fenomeno della cancel culture. Si stanno esprimendo molti artisti a riguardo, dove il primo è stato Ricky Gervais. In questo modo, ti isolano nel senso letterale della parola, con il rischio di avere effetti negativi anche sul piano lavorativo, soprattutto nel mondo del cinema e della moda.

 

Ha avuto esperienze dirette di censura nei suoi confronti?

Mi è stato suggerito spesso e volentieri di non espormi sulle mie visioni politiche. Nonostante mi ritenga molto diplomatica nell’esprimermi, mi hanno detto chiaramente che questo avrebbe potuto portare delle ripercussioni sul mio lavoro. Una cosa estremamente non inclusiva.

Insomma, una minaccia…

Esatto, è un po’ una minaccia e nessuno ne parla. Se è vero che viviamo in un mondo di inclusività, dove dobbiamo accogliere etnie, orientamenti sessuali e pensieri diversi, è anche vero che se la penso in maniera opposta sul piano politico, non è possibile procedere all’isolamento o alla cancellazione.

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C’è anche un pericolo per l’Italia?

Il fenomeno tende a svilupparsi anche qui, perché il nostro Paese tende comunque a scimmiottare quello che succede negli Stati Uniti. Oggi, c’è una divisione estrema tra destra e sinistra: o vai tutto da una parte oppure dall’altra. Rimane invece necessario mantenere buonsenso ed il rispetto dell’opinione personale. C’è veramente un razzismo al contrario, con la volontà di fare di tutta l’erba un fascio.

Secondo lei, questa censura si manifesta più nel mondo della destra o della sinistra?

Sicuramente, l’industria dello spettacolo e del cinema è risaputamene orientata a sinistra. Ci sono un sacco di attori a Hollywood che votano il Partito Repubblicano, ma non lo possono dire. In America, le persone liberal, democratiche e di sinistra tendono ad esprimere molto la propria opinione, mentre quelle repubblicane non possono farlo perché altrimenti vengono emarginate. Il contrario dell’inclusività, una cosa triste e ipocrita.

Matteo Milanesi, 3 luglio 2023

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