Nel mondo della produzione editoriale può avvenire di tutto, persino che il generale Figliuolo scriva un libro. Ma una cosa non avverrà mai e cioè che Marcello Veneziani possa scrivere delle banalità. La sua Cappa (per una critica del presente) non solo è originale, ma si permette di essere persino coraggioso. Oddio, forse questo termine è davvero un po’ banale per una recensione. Ma leggere questo libro è un balsamo. Prendete tutte le mode che vi stanno sonoramente sulle scatole e leggetele ribaltate nella Cappa. Dall’ambiente alla fluidità sessuale, dalla religione al politicamente corretto. «La Cappa oscura ogni trascendenza, ogni passato e futuro; il passato sopravvive al più come colpa, rimorso, minaccia. Non c’è un colpevole o una cricca di colpevoli a cui far risalire tutto, non c’è un disegno o una centrale che dispone le sorti in una specie di pianificazione nefasta Il vigente dispositivo non deriva da un despota. È ineffabile e perciò inespugnabile, come un algoritmo. Virale».
E la crisi sanitaria, continua Veneziani, entra in questo processo di annichilimento della nostra intelligenza occidentale: «Ne ha ampliato e accelerato il corso. Un po’ come il Clima, è un’oppressione ineffabile». Non esiste più la natura «al suo posto ci presenta un trompe l’oeil ribattezzato ambiente». È diventato un modo di pensare che forse non ha un’origine, ma certamente un colpevole tanto poco individuabile, quando diffuso: «L’ambientalismo fanatico difende a spada tratta l’integrità genetica della carota o di un frutto, un ortaggio dalle manipolazioni ogm; ma guai a obiettare qualcosa alle modificazioni genetiche dell’uomo». Stupendo il modo in cui ridicolizza le marcette dei giovani studenti per il Clima e l’arroganza della ragazzina (Greta) «inventata dalla Macchina mondiale del Racconto Globale a Senso Unico». Caustico sulla guerra civile tra sessi, che finirà, forse, inevitabilmente con la definitiva resa del maschio: Bruchner aggiungerebbe, etero, cristiano e occidentale: il capro espiatorio per tutto.
Il capitolo che riguarda la salute pubblica è formidabile. Vi basti l’antipasto, affatto scontato: «Nel nome della salute in pericolo è stato possibile revocare le libertà, sospendere i diritti elementari, la Costituzione e la democrazia, imporre misure restrittive compreso il coprifuoco». Veneziani, come chi scrive, va al nocciolo, non disconosce evidentemente la necessità della profilassi, ma è spaventato dal fatto «che prende corpo il rischio di nuove quarantene periodiche e nuove carcerazioni preventive di massa».
Un incubo che fa sentire tutti noi sotto una Cappa.
Nicola Porro, Il Giornale 20 febbraio 2022