In una democrazia dove ancora non sono stati ben chiariti i confini tra magistratura e politica, la sinistra italiana e le sue grancasse mediatiche ha scatenato l’inferno contro il governo e il ministro Piantedosi, reo quest’ultimo di aver inviato a Bari una commissione ispettiva a seguito della valanga di arresti che hanno lambito anche l’amministrazione comunale del capoluogo pugliese.
In tal senso mi sembra opportuno citare quanto sostenuto da Annamaria Cancellieri, ministro degli Interni nel governo Monti: “Inviare una commissione ispettiva non è un certificato di mafiosità. Decaro non si faccia prendere dall’emotività e la destra non faccia non uso scellerato della decisione”.
Ebbene, a fronte di questo giudizio a mio avviso equilibrato, oltre ai partiti dell’opposizione, spicca la discesa in campo di quella che oramai è diventata la duplice sindacale: Cgil e Uil, con quest’ultima nel ruolo di fratello molto minore della storica cinghia di trasmissione diretta da Maurizio Landini. Un Landini che, come oramai sta accadendo con la regolarità di orologio svizzero, non coglie una occasione pubblica per attaccare la maggioranza di centrodestra.
Eloquenti, a proposito della vicenda barese, le sue parole: “Ho telefonato ieri sera al sindaco di Bari Decaro per esprimergli tutta la mia solidarietà, la mia vicinanza. La lotta alle mafie va affrontata ma non può scadere in una polemica elettorale. Èsotto gli occhi di tutti il lavoro eccezionale che in questi anni ha fatto sia come sindaco di Bari sia come presidente dell’Anci. Siamo al suo fianco ed esprimiamo il massimo della solidarietà e del sostegno a Decaro per la battaglia che ha fatto proprio per contrastare le mafie” .
Gli ha fatto eco la Cgil pugliese con alcuni passaggi che definiscono ancor meglio la linea antigovernativa a prescindere di questo sindacato: “Purtroppo questo Governo ha già dato dimostrazione di torsioni autoritarie quando ignora i soggetti della rappresentanza sociale, prova ad attaccare strumenti di democrazia come il contratto nazionale, limita il diritto allo sciopero, gestisce con fare repressivo il dissenso nelle piazze, fino alle recenti obiezioni della Corte dei Conti rispetto alla gestione del Pnrr e alla prevaricazione sulle autonomie locali. Il contrasto alle mafie non dovrebbe prestarsi a strumentalizzazioni di natura politica, è necessaria una riflessione profonda sul voto di scambio e sul trasformismo”.
Inoltre, anche lo sciopero del prossimo 11 aprile, promosso dalla stessa duplice sindacale, odora di propaganda politica, avendo messo tra i primi punti una evidente contestazione nei confronti della riforma fiscale che sta faticosamente realizzando l’esecutivo Meloni.
Ciò dimostra che da tempo Landini e soci hanno assunto una linea strategica di sostanziale fiancheggiamento a quella dell’opposizione capeggiata dal Pd. Si tratta solo di capire se questo rappresenta un semplice sostegno politico da parte della storica cinghia di trasmissione o, come molto porterebbe a credere, una sorta di Opa lanciata da Landini per prendersi un partito perennemente in mezzo al guado.
Claudio Romiti, 25 marzo 2024
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