La completa inaffidabilità dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, e in genere di tutte le organizzazioni a cui si è creduto di affidare la governance mondiale. Il fallimento era iscritto, in verità, nel loro DNA: fa parte di una ingenua utopia illuministica, infatti, pensare, da un lato, che possano essere terze e imparziali organizzazioni che esercitano un potere unico sulla scena globale; dall’altra, che esse non finiscano prima o poi per cadere in mano a Stati non democratici che ne ne vengono ad assumere il controllo attraverso procedure formalmente democratiche. Nel primo caso, bisogna sempre tener presente il vecchio monito liberale per cui il potere, che non può e non è nemmeno auspicabile che sia estirpato dalle vicende umane, può essere combattuto solo con il pluralismo dei poteri, cioè con la limitazione che ognuno impone di fatto all’altro. L’utopia cosmopolitica di uno “Stato unico”, a cui inevitabilmente tende la proliferazione di organismi sovranazionali di governance globale, assumerebbe se realizzata i tratti di una distopia orwelliana. Per il secondo aspetto, va invece evidenziata la ormai lunga casistica di orrori imputabili alle organizzazioni sovranazionali: dal “negazionismo” antisemita di organizzazioni culturali come l’Unesco alla presidenza libica della Commissione per i diritti umani dell’Onu (che è un po’ come affidare a Dracula la gestione dell’Avis); dalle pratiche corruttive che fanno decidere alla Federazione Mondiale del calcio di svolgere il Campionato del mondo al sole del Quatar in orari improbabili all’incapacità dimostrata infine dall’Oms di evitare e controllare una pandemia negata fino a metà marzo. E in tutto questo le nazioni libere, a cominciare dagli Stati Uniti, dovrebbero pure finanziare in misura esorbitante gli enormi (e inconcludenti) carrozzoni burocratici che tengono dietro a queste organizzazioni. Trump ha posto, coi suoi mdi for seun po’ troppo spicci per i benpensanti, la questione, e, per tutta risposta, si è preso pure dell’“irresponsabile” e del “fascista” dalla cultura e stampa mainstream.
Che dire, in conclusione? Porci queste domande, e sollecitare le nostre élite a risolvere le loro contraddizioni in positivo per la sopravvivenza della libertà dalle nostri parti, questi problemi, è un semplice ma doveroso rispetto che dobbiamo portare alle vittime del “virus cinese”, ovvero “totalitario”.
Corrado Ocone, 19 giugno 2020