Quello che non si può proprio negare è che i cinesi abbiano una capacità strategica tale da ridicolizzare i leader europei e i maggiori top manager occidentali.
Nel 1992, mentre visitava Baotou, nella Mongolia Interna, una delle più grandi miniere di terre rare della Cina, il leader cinese Deng Xiaoping disse: “Il Medio Oriente ha petrolio, la Cina ha le terre rare”. Si riferiva alla dotazione di risorse del paese ammontanti a oltre il 30% delle riserve mondiali. Ma a differenza dei paesi produttori di petrolio mediorientali che perforano ed esportano principalmente greggio, la Cina ha costruito un intero ecosistema intorno alle terre rare, dalla produzione e lavorazione di minerali alla produzione di prodotti finiti e, soprattutto, magneti alle terre rare. Grazie alla sua visione strategica, ora la Cina produce il 60% delle terre rare mondiali, ma ne processa il 90% e, soprattutto, il 99,9% delle terre rare pesanti.
Queste ultime, in particolare il disprosio e il terbio, sono indispensabili per continuare a perseguire le politiche della famigerata “transizione” energetica. Dal 1992 ad oggi sono trascorsi la bellezza di 32 anni, durante i quali abbiamo completamente ignorato la rilevanza strategica delle terre rare. Poi, i nostri burosauri, assecondati dai nostri capitani coraggiosi di industria (che fiutavano lucrosi affari), si sono buttati, anima e core, nella così detta transizione “green”. E così i nostri geni hanno concepito e varato il Green Deal europeo, che sarebbe la strategia (sì, sbellicatevi pure dalle risate) di crescita (se avete ancora fiato, continuate a ridere) dell’UE. Lanciato nel 2019, consiste in un pacchetto di iniziative strategiche che hanno avviato l’UE sulla strada di una transizione verde (quella che si sta rivelando come “morte verde”), con l’obiettivo ultimo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 (leggasi, ritorno al socialismo reale).
Adesso, pensare che l’Europa possa colmare in una manciata di anni il divario di 32 anni con la Cina, operando con il pletorico sistema burocratico europeo, che con il suo sistema di leggi, cavilli di ogni tipo, vincoli, imposizioni, blocchi al libero mercato, e chi più ne ha più ne metta, sarebbe comico, se non avesse un risvolto tragico: la definitiva rovina dell’Europa. Basti ricordare che le politiche europee hanno ottenuto il seguente risultato: tra il 1993 e il 2022, a fronte di una crescita negli Usa pari a +56,6%, quella del mercato unico europeo è stata della metà: +28,2%. Direi, una bella conferma della capacità strategica dei nostri burosauri.
Ma adesso veniamo al bello. Le scellerate politiche ambientali stanno letteralmente azzerando la produzione di veicoli con motori tradizionali (ICE) e, di conseguenza, compromesso l’intera industria dell’auto europea. Anche perché i veicoli con motori elettrici (BEV), saturata la nicchia del mercato dei radical chic (quelli con due, tre auto, box privato, pannelli solari (anche pagati da noi), ecc.) non si vendono. I motivi di questo fallimento sono ormai arcinoti e non voglio tornarci su. Vorrei solo confutare un leitmotiv ricorrente in questi giorni, e cioè che il fallimento della produzione di BEV in Italia sarebbe causato dalla mancata innovazione tecnologica. Peccato che la stessa situazione si verifichi in tutta Europa e che coinvolga anche grandi marche, famose per la loro capacità di produrre veicoli tra i più evoluti del mercato.
E adesso veniamo alla ciliegina sulla torta: dal 2025 scatteranno delle pesanti multe (parliamo di circa 15 miliardi di euro) a carico dei maggiori produttori di veicoli ICE, perché i consumatori(!) non comprano abbastanza BEV. Tutto logico, no? Il prodotto, imposto dal Kominform, con tanto di quote di mercato pianificate, non si vende, per cui pagheranno pegno i produttori che, naturalmente, chiuderanno le fabbriche, licenzieranno centinaia di migliaia di lavoratori per salvaguardare i loro utili (sto sempre aspettando che la verde verde europea, che vaneggiava milioni di posti di lavoro in più, grazie al “green deal”, chieda scusa). Ma ecco che i nostri ineffabili strateghi hanno finalmente elaborato una soluzione di lungo respiro, dando prova di un acume insospettabile: dal 2025 abbasseranno il prezzo dei veicoli elettrici e alzeranno quello dei veicoli con motori a combustione interna.
Fantastico! È il classico uovo di Colombo. Così, finalmente, i consumatori, che le politiche del Kominform non sono riuscite a rieducare, presi per il collo, saranno finalmente costretti a redimersi e a comprare auto a batteria. Veramente un colpo di genio! Ma… c’è un ma. È vero che l’Unione Europea ha approvato dei dazi mostruosi sulle auto elettriche cinesi, ma è altrettanto vero che questi furbacchioni stanno invadendo il mercato europeo con auto a combustione interna e a prezzi più che competitivi. Ops! E adesso che cosa ci inventeremo? Altri dazi, che ora sfiorano il 50% sulle BEV, anche sulle auto a combustione interna? E con quali cervellotiche e risibili giustificazioni? In ogni caso, pagheranno sempre e solo i consumatori che l’Europa dice di voler fermamente tutelare. Però, però, attenzione: è l’Europa che ha l’anello al naso, e la corda alla quale è legato è nelle robuste mani dei cinesi. Se esageriamo, cominceranno a chiudere il rubinetto delle forniture di batterie e terre rare. Non del tutto, quel tanto che basta per pilotare i costi delle produzioni europee. Ma sicuramente i nostri inarrivabili strateghi ideeranno soluzioni ancora più mirabolanti e arriveremo a spezzare le reni alla Cina!
Carlo MacKay, 18 Dicembre 2024
Nicolaporro.it è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati (gratis).
[1] https://www.zerohedge.com/commodities/visualizing-global-rare-earth-metals-production-over-past-30-years
[2] https://www.cdp.it/resources/cms/documents/CDP_Brief_30_anni_di_mercato_unico_europeo_confronto_con_gli_USA.pdf
[3] https://www.ilsole24ore.com/art/auto-l-allarme-de-meo-l-industria-ue-rischia-multe-15-miliardi-AFleGRmD
[4] https://www.reuters.com/business/autos-transportation/europes-carmakers-discount-evs-hike-petrol-car-prices-new-emissions-rules-loom-2024-12-17/
[5] https://www.nicolaporro.it/auto-sorpresa-nei-porti-niente-elettriche-pure-la-cina-spedisce-motori-termici/
[6] https://www.csis.org/analysis/what-chinas-ban-rare-earths-processing-technology-exports-means