“Il ministro degli Esteri ha promesso di rimodellare la politica estera se diventa primo ministro”, così afferma il Times secondo cui Liz Truss intende classificare la Cina “per la prima volta come una minaccia alla sicurezza nazionale”. I suoi alleati riferiscono, sempre sul Times, che “se la mossa avverrà, la Cina sarà elevata a uno status simile alla Russia”.
La promessa che la candidata premier inglese fa ai suoi alleati suona inevitabilmente come un’ulteriore possibile motivo di tensione nello scenario tra Occidente e Oriente. Dopo la visita della statunitense Nancy Pelosi a Taiwan il clima si è scaldato notevolmente e questo passo, con una guerra in corso, potrebbe essere la scintilla in grado di allontanare, ancora una volta, le risoluzioni diplomatiche. Favorendo così i giochi di forza geopolitici.
Liz Truss pare intenda infatti “riaprire la revisione integrata che tratta di quali dovrebbero essere le priorità britanniche in termini di diplomazia e difesa nel prossimo decennio”. Un tentativo, quello di Truss, per reprimere gli sforzi del Tesoro per rafforzare la cooperazione economica con Pechino.
La Cina è infatti per il Regno Unito un “concorrente sistemico” e un paese con cui andrebbero approfondite le relazioni commerciali. Nella revisione, che Truss promette di modificare, si legge infatti: “Le economie commerciali aperte come il Regno Unito dovranno impegnarsi con la Cina a rimanere aperte al commercio e agli investimenti cinesi, ma devono anche proteggersi dalle pratiche che hanno un effetto negativo sulla prosperità e sulla sicurezza”. Ma non per la conservatrice che ha sostenuto che la priorità deve essere quella nazionale e non quella economica.
L’argomento è incandescente nelle stanze del potere inglese. L’avversario politico di Truss e l’ex cancelliere Sunak hanno infatti tentato l’avvicinamento ad accordi commerciali nella speranza che il Regno Unito diventi il mercato preferito per le aziende cinesi, come rivelava sempre il Times lo scorso mese. Ma Truss ha gelato i rivali: “Non ci saranno più partnership economiche. Tutto questo doveva essere sospeso dopo Hong Kong”.
Una fonte della campagna elettorale targata Truss racconta al Times: “Liz ha rafforzato la posizione del Regno Unito su Pechino da quando è diventata ministro degli Esteri e continuerà ad assumere questa posizione da falco come primo ministro. È stata attiva nel denunciare la coercizione economica della Cina”. La presa di posizione della ministra inglese ricalca quella del segretario di stato americano Blinken che, solo qualche mese fa, ha definito la Cina “la più grande minaccia all’ordine internazionale”.
In un’atmosfera mondiale in bilico è chiara la polarizzazione tra alleati Occidentali e non e, se sulla carta si continua a parlare di diplomazia, promesse come quelle di Liz Truss sembrerebbero dimostrare le sempre più frequenti provocazioni in campo geopolitico.
Bianca Leonardi, 29 agosto 2022