Per apprezzare «Dio, patria e famiglia» non è necessario essere reazionari e comunque «reazionario» non è una parolaccia. Non va di moda perché il nichilismo light è la filosofia ufficiale del nostro mondo: è poco impegnativo e illude tutti di aver ragione, tanto una verità vale l’altra. Il reazionario non guarda né a sinistra né a destra, guarda in alto sperando di trovare risposte ai quesiti fondamentali della vita e della morte. Si nutre di storia. Rifiuta di sottomettere ogni decisione all’economia e alla tecnica. Non ha il mito della democrazia, un regime col difetto di sfociare quasi sempre nella tirannia dei peggiori. È per la diversità, la disuguaglianza e il dialogo quindi odia il politicamente corretto, una ideologia che conduce, come risultato paradossale, alla completa omogeneità.
Oggi la società si autodistrugge perché ha abbattuto le istituzioni e i valori del passato col risultato che nessuno sa cosa sia giusto condividere e preservare. L’appartenenza alla comunità si trasforma in indifferenza o addirittura odio. Che fare? Si potrebbe ripartire proprio dalle fondamenta di ogni civiltà che si rispetti: «Dio, patria e famiglia».
Alessandro Gnocchi, Il Giornale 12 marzo 2019