Sono serviti trent’anni di lunghissima latitanza, iniziata nell’aprile 1993, per catturare il boss “fantasma” Matteo Messina Denaro, il braccio destro di Totò Riina già all’età di vent’anni. Resosi irreperibile subito dopo l’arresto del capo dei capi, la latitanza di Messina Denaro è la seconda più lunga della storia mafiosa, avendo ormai da tempo sorpassato il suo “maestro” Riina (23 anni), ma ancora lontano dal primato di un altro boss, Bernardo Provenzano, catturato nel 2006 dopo ben 38 anni di ricerche.
Per approfondire:
- Catturato Messina Denaro, il grillino Scarpinato cosa ha da dire?
- Arrestato il boss Matteo Messina Denaro
- Matteo Messina Denaro, il video dell’arresto
Da mesi, il procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia, ed il procuratore aggiunto, Paolo Guido, stavano seguendo la pista, arrivando alla certezza che il criminale si sarebbe trovato in clinica stamattina già tre giorni fa. Come racconta l’agenzia Ansa, “i carabinieri del Gis erano già alla clinica Maddalena dove, da un anno, Messina Denaro si sottoponeva alla chemioterapia. Il boss, che aveva in programma dopo l’accettazione fatta con un documento falso, prelievi, la visita e la cura, era all’ingresso. La clinica intanto è stata circondata dai militari col volto coperto davanti a decine di pazienti. Un carabiniere si è avvicinato al padrino e gli ha chiesto come si chiamasse. “Mi chiamo Matteo Messina Denaro”, ha risposto.
Oggi, l’ormai ex superlatitante, all’età di 60 anni, è affetto da numerose patologie, che lo avevano portato ad installare nel suo rifugio le apparecchiature per la dialisi, proprio per non rischiare di essere scoperto o riconosciuto durante gli spostamenti per le cure. Ed è proprio da qui che cominciano a porsi le prime domande dall’avvenuto arresto del superboss: la soffiata, come certificato dagli stessi Carabinieri, è arrivata tre giorni fa. C’è stata la volontà di costituirsi di Matteo Messina Denaro?
Proprio ad inizio novembre, infatti, durante un’intervista di Massimo Giletti a Salvatore Baiardo a Non è l’Arena – l’ex mafioso che aveva coperto la latitanza dei fratelli Graviano – rivelò la possibilità che nelle settimane successive Messina Denaro si sarebbe potuto costituire, causa le gravi condizioni di salute. “E magari chi lo sa che avremo un regalino? Che magari un Matteo Messina Denaro sia molto malato e che faccia una trattativa lui stesso, di consegnarsi e fare un arresto clamoroso? E così arrestando uno esce qualcuno senza clamore?”.
Parole clamorose, che lasciano spiazzato anche lo stesso Massimo Giletti: “Mi sta dicendo che siccome non sta bene (Messina Denaro), questo potrebbe essere un colpo molto forte per il nuovo governo”. E Baiardo sentenzia: “Un fiore all’occhiello… un bel regalino”. In questo momento, l’ex latitante è stato trasferito dalla caserma San Lorenzo, ed è diretto all’aeroporto di Boccadifalco per essere portato in una struttura carceraria di massima sicurezza. La stessa fine di Totò Riina, arrestato proprio il 15 gennaio di 30 anni fa.
Clicca qui per vedere la puntata de Non è l’Arena e le dichiarazioni di Baiardo (minuto 39)
Matteo Milanesi, 16 gennaio 2023