E tu non hai pietà di me. Santamadonna, manco la domenica mattina si può tirare il fiato. Uno si alza, si fa il caffè e subito gli va di traverso: inciampa in un tweet spumeggiante di Mariana Mazzucato, con una “M” mi raccomando, fa più exotic & erotic, in cui, pane al pane, si difendono i casinisti del Black lives matter con argomenti dall’aroma più insurrezionalista che marxista (perché Mariana è marxiana, sapevatelo): “Against LOOTING? Check out it’s professionalisation via private equity model of finance. The rest is child’s play”. Un po’ contorto in verità, ma il senso è chiarissimo fin da quel LOOTING sparato maiuscolo, che nel linguaggio della rete vuol dire gridato, urlato, sbraitato.
Looting sta per saccheggi, in tutte le sue varianti. Sparato maiuscolone, sa tanto, almeno al nostro orecchio malfidato, di esaltazione. Traduciamo a senso così: “Contro i saccheggi? rintraccia la sua matrice nel modello finanziario basato sul private equity. Il resto sono ragazzate”. Da manuale: come ridimensionare, giustificandole, le escandescenze pretestuose seguite ad un crimine – perché lo è – da un poliziotto recidivo bianco su un pregiudicato nero, sì, ma che non meritava, come non merita nessuno, di finire ammazzato, oltretutto in modo sommario. Laddove le escandescenze, dopo il classico assalto ai forni e ai polli tipico dello spontaneismo balordo comunista, si vanno allargando a pozzanghere oceaniche di intolleranza: si comincia con l’imporre mascherine, si continua demolendo statue, si procede leccando gli stivali (bella dignità, sia i bianchi che leccano che i neri che si fanno leccare), si finisce picconando umani: le mascherine non servono più, perché gli umani sono decapitati o pistolettati, e il cerchio del comunismo virtuoso si chiude.
Che ne dice Mariana? E che ne dice, soprattutto, Giuseppe Conte? Niente, è impegnato a gozzovigliare a Villa Pamphili con piddini, grillini ed euromammasantissima, ma che bella compagnia, immaginatevi voi lì dentro per dieci giorni: “Piuttosto faccio un rally con Vallanzasca”, chioserebbe Jerry Calà, e sia pur chiaro che la nostra è un’iperbole. Perché Mariana, con una M, è consigliera diretta del Conte; lo è stata anche del Colao, però in articulo mortis (mediatica del manager) si è dissociata dal prestigioso studio pieno di slide al sugo di banalità: gli parevano troppo liberiste, non abbastanza LOOTING. Con Giuseppi invece il filo, rosso, scarlatto, è indissolubile alla modica cifra, salvi errori ed omissioni, di circa 30 mila euro, come previsto nell’opportuno Decreto del Presidente del Consiglio, uno dei millanta. Roba da ragazzi, da paghetta per una economista con cittadinanza americana, che oltretutto ha fatto famiglia non con un proletario, un sale della terra, ma un produttore cinematografico: e chi l’ha detto che i marxisti abbiano da essere quarto stato?
Difatti non se ne trova uno. Insomma, argent de poche. Strameritato, del resto, giacché Mariana, economista marxiana, ne sa: ci ha un curriculum lungo così, ed è consigliera urbi et orbi; “Il suo lavoro – recita Wikipedia, l’enciclopedia del popolo dove ciascuno democraticamente si mette la sua scheda autoagiografica – si concentra sul rapporto tra innovazione e crescita economica, sottolineando la simbiosi che contribuisce a una crescita più innovativa, inclusiva e sostenibile”. La simbiosi o la supercazzola con scappellamento a estrema sinistra? I love you Mariana, anche se, ecco, magari falli un poco nell’espressione. Ma bisogna capire: così come Parisi, l’amico di Luigi Di Maio, “parla in italiano ma pensa in americano”, Mariana scrive in americano ma pensa pariolino; e così le viene fuori un pidgin che ricorda un po’ il Mericoni Nando, quello che il maccherone l’aveva provocato e lui lo distruggeva. Una pariolina a Princeton, da parte sua, riscrive la professionalization in “professionalisation”, sarà la neolingua against private equity; e poi, quel “the rest” (is child’s play)! Very vaccinara, indeed. Manco le basi der mestiere t’aricordi, ma che c…, a Maryyy!
Ma non facciamone una formalization, anzi una formalisation: è il concetto quello che conta, anzi che Conti. E il concetto, l’abbiamo già detto è chiarissimo: la colpa delle escandescenze sta nel private equity, tutto il resto è un gioco da ragazzi. Dai giardini di Porta Venezia in Milano, la statua di Montanelli, coperta di rosso sangue e ingiuriata, “fascista e razzista”, ringrazia. Ed è una bella vigliaccata, sapete, prendersela con le statue, perché quelle non possono difendersi. Anche se, a dirla chiara, Indro qualche colpa infame ce l’aveva, per esempio aver lanciato uno come Marco Travaglio.
Ma torniamo a bomba non bomba, cioè alle bambine di Giuseppi: una è Mariana, un’altra è Miley, la svagonata disneyana che schiappetta, di preferenza a contatto con superfici espanse, si effigia mentre lecca avidamente dipinti di gigantesche mentulae (“tengo una minchia tanta”, diceva Frank Zappa) e twitta con Giusy il quale, tra un bagordo e l’altro in villa, le risponde pure; una terza, anche lei cantante, per quanto stagionata, è Fiorella Mannoia, la quale quanto a curriculum compagno non ha niente da invidiare a Mariana e si vede: “Abbattere le statue non serve, piuttosto scriviamo ‘schiavista e razzista’ sulle targhe”. Preciso: i soliti ignoti di Corso Venezia l’han subito presa alla lettera, e la posizione di Mannaia, in controluce, è anche più estrema di quella di Mariana che si sdilinquisce al pensiero del LOOTING. Con consigliere come queste, chi ha bisogno di consigli?
Comunque, un sommesso consiglio a Giuseppi vogliamo rivolgerlo anche noi: se davvero vuole coronare la decade di grand bouffe a Villa Pamphili, allora Mariana con una M, Miley con una Y e Sfiorella con una S non possono mancare: magari insieme a Jovanotti con una J, uno che in quel giro si muove come a casa sua visto che l’hanno chiamato pure a un raduno del Bilderberg e se n’è vantato. Successo assicurato, torta con candeline esplosive (LOOTING), birignao pariolini di simpatia ai rivoltosi e tanta, tanta Greta in spirito. Del resto, nulla accade per caso, neppure che Mariana con una M, l’economista radicalgold, sia nata nel 1968: ce n’est qu’un début, l’intendenza rivoluzionaria seguirà.
Max Del Papa, 14 giugno 2020