Società

La deriva fascista della Bocconi politicamente corretta

Le università sono piegate ai sacri dogmi del pensiero unico imperante: ecco la nuova forma di totalitarismo

Bocconi © D. Lentz, Vadreams e Thomas Faull tramite Canva.com

Da luogo di dialogo e confronto a luogo di censura e repressione. Nel tempo della correttezza politica a tutti i costi e dell’omologazione, sempre più frequentemente accade che le università abdichino completamente al loro ruolo per prostrarsi ai sacri dogmi del pensiero unico imperante. Una deriva, questa, ormai inarrestabile, sviluppatasi dapprima nel mondo anglosassone, ove gli ambienti accademici sono ormai totalmente permeati dal conformismo politicamente corretto, per poi diffondersi a macchia d’olio in tutto l’Occidente. Italia compresa evidentemente, almeno a giudicare da quanto recentemente accaduto in Bocconi, ove tre studenti sono stati sospesi per ben sei mesi per il solo vizio di aver espresso liberamente un pensiero critico in merito alla decisione dell’ateneo milanese di introdurre i cosiddetti bagni ‘gender neutral’.

Non solo, perché il reato d’opinione di cui sono accusati i tre giovani in questione sarà altresì punito con delle ore di rieducazione. Ebbene sì, i dissenzienti andranno sospesi e poi rieducati. Giusto per non incorrere nel rischio che gli stessi possano abituarsi a pensare troppo in maniera libera e discostarsi così dai rigidi canoni imposti dal pensiero unico. Perché l’impostazione ideologica dominante nel nostro tempo, si sa, non ammette né opinioni critiche né pareri contrastanti rispetto alla verità ufficiale a cui tutti, indistintamente, sono tenuti ad uniformarsi. Pena la censura, la gogna mediatica, la rieducazione. Esattamente come accaduto in Bocconi.

Leggi anche:

Orbene, quale futuro potremo mai avere se anche i luoghi di formazione del pensiero cedono mestamente il passo all’omologazione? Se un’opinione diventa reato e il conformismo diventa la regola? Se persino la libertà d’espressione diviene passibile di sanzione? E si badi bene, non è una mera questione legata all’ideologia gender o alle scelte di un singolo ateneo. La questione è molto più ampia e complessa e riguarda la società occidentale nella sua interezza.

Che si parli di questioni di genere, di cambiamenti climatici o di pandemia fa poca differenza. Il nuovo approccio del Potere nei confronti del cittadino è sempre più orientato verso il controllo e l’intolleranza. Verso un’ossessiva ricerca di correttezza politica, amplificata sino all’esasperazione ed estesa ad ogni aspetto della quotidianità. Fino a scadere in una sofisticata ma opprimente forma di totalitarismo: la dittatura del pensiero unico, il nuovo fascismo intellettuale del nostro secolo.

Salvatore Di Bartolo, 21 febbraio 2024