La domanda è di quelle da un milione di rubli: la destra italiana sta con Putin? Non si può non interrogarsi su questo alla luce delle differenti posizioni espresse da autorevoli esponenti politici e giornalisti di area. Non mi è mai piaciuto il termine “le destre”, usato spesso in senso dispregiativo, ma effettivamente sulla guerra in Ucraina stiamo assistendo ad un vero e proprio contrasto fra le diverse anime e sensibilità della galassia conservatrice.
Destra liberale e destra sociale
La sensazione è che ci sia una netta differenza di vedute tra la destra di palazzo e di governo, filoatlantista e antiputiniana, e la base, meno incline all’invio di armi, alle sanzioni economiche e a un atteggiamento troppo duro nei confronti della Russia. Ma questa non è l’unica frattura in seno allo schieramento. Esiste, ad esempio, una radicale differenza anche fra il mondo liberale e quello della destra sociale. Il primo più legato ai valori occidentali, alla way of life a stelle e strisce e ad un naturale rifiuto di tutto ciò che deriva dal mondo comunista, e dunque ostile alla Russia, mentre l’altro più soggetto al fascino dell’uomo forte, che non cede alla corruzione dei costumi occidentali, neanche troppo velatamente anti-americano e quindi molto più comprensivo nei confronti di Putin.
Ecco dunque che la guerra in Ucraina mette di fronte ad un paradosso politico evidente, ma non certo nuovo: una destra moderata che sui punti fondamentali della questione si trova d’accordo con la sinistra piddina e una destra più radicale che finisce per avere molti punti in comune con la sinistra più estrema. Quali delle due posizioni sia numericamente prevalente fra gli italiani è difficile da dire. Certo è che mentre la prima prevale dal punto di vista istituzionale e dunque decisionale, la seconda è invece molto agguerrita e rumorosa nei mezzi d’informazione e sui social network.
Putin, imbarazzo a destra
Ma torniamo alla domanda iniziale: la destra italiana sta con Putin? In altri termini, l’uomo medio italiano, non classificabile in un pensiero di sinistra, oggi tifa per lo zar? Come detto in precedenza, non ho dati scientifici per rispondere a questa domanda. Però qualche ragionamento vale la pena di farlo.
Entrambe le anime della destra stanno vivendo un momento di imbarazzo, su questo non c’è dubbio. All’ala autenticamente liberale suona molto strano fare per una volta parte del cosiddetto “mainstream”. Da che mondo è mondo è la sinistra lo schieramento più istituzionale e presentabile, che cerca in tutti i modi di delegittimare politicamente e moralmente chi non si adegua. Il liberale non si trova a suo agio in queste vesti eppure non può fare altro: secondo lui a volte la verità sta da una parte sola. E difficilmente è quella russa. Anche l’ala “sociale” però non è che stia vivendo il momento serenamente. Voler andare controcorrente anche in questo caso, infatti, espone troppo il fianco a tesi complottistiche, col conseguente rischio di prendere veri e propri granchi. E, ca va sans dire, ad essere etichettati come “negazionisti”.
Lasciato campo libero alla sinistra
Come se ne esce da questo cul de sac? La riposta è che purtroppo non se ne esce. Lo abbiamo visto col Covid, altro tema che la destra, per motivi diversi dagli attuali, non è riuscita o non ha voluto cavalcare in modo unitario, lasciando di fatto campo libero alla sinistra di intestarsi la narrazione prevalente e dunque vincente. E lo stiamo rivivendo ora con la guerra in Ucraina. Anche in questo caso, se si pensa a chi “giustifica” o per lo meno “comprende” maggiormente lo zar, tesi che risulterà comunicativamente perdente, vengono di certo prima alla mente persone legate al mondo della destra che non a quello della sinistra. E questo fa tutta la differenza del mondo.
Se con il Covid lo scontro ideologico in seno alla destra ma non solo verteva su due valori fondamentali, vita e libertà, in questo frangente la contrapposizione è più sfaccettata e complessa ma proprio per questo molto meno comprensibile. La destra italiana sta con Putin? Non so dire, lo chiedo a voi. Però, proprio prendendo in prestito le categorie valoriali del Covid, mi sono fatto una mia granitica opinione: se la destra, o una sua grossa fetta, sceglie in tutta consapevolezza di stare dall’altra parte della barricata rispetto a vita, libertà e ragione, allora ha un problema molto più grande rispetto a quello di cercare di non perdere un’elezione.
Nicolò Petrali, 8 aprile 2022