Bufera in Rai

La destra non ceda su Filippo Facci

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Non conosco personalmente Filippo Facci. Ci siamo incrociati per caso a sua insaputa in centro a Milano: io avevo appena iniziato a lavorare, lui era già lui, ed entrambi testammo la Fastweb Aero Gravity sotto le guglie del Duomo, un giochino per simulare il volo col paracadute. Questo per dire: non sono animato da amicizia nei suoi confronti e sinceramente delle sue faccende personali poco m’importa. Stalking incluso. Però in questa stagione di trasformazione culturale del Paese, nel pieno della bufera mediatica esplosa contro il giornalista di Libero, ragione o torto che abbia, il centrodestra di Rai e di governo non dovrebbe cedere. O meglio: dovrebbe infischiarsene delle polemiche e consegnare la striscia quotidiana a Facci.

Chiunque legga ogni giorno i suoi pezzi sa di cosa si tratta. Non è di sinistra, non è di destra, fa incazzare, imbestialire, provoca e spesso coglie nel segno. A volte sbaglia, come chiunque altro, e verga espressioni infelici che – come da lui ammesso – finiscono con l’oscurare tutto il ragionamento di un intero articolo. Tuttavia non possono certo bastare due parole sguaiate per cacciarlo dalla Rai. Altrimenti non si capisce per quale motivo Roberto Saviano, che ha dato della “bastarda” in diretta tv all’allora leader dell’opposizione, dovrebbe poter continuare ad avere un programma in prima serata. Lui sì, Facci no: figli e figliastri?

Per approfondire

Oggi il Cda della Rai ha approvato i piani di produzione per i palinsesti. Su Facci nessuno si sbottona: pare che i consiglieri donna, soprattutto quelli eletti in quota opposizione, si siano lamentati e non poco. “Non è mia abitudine decidere sulla base di campagne politiche strumentali ed emozionali – dice l’ad Roberto Sergio – Non mi faccio trascinare da nessuno, motivo per il quale comunicherò la decisione presa assumendone la piena responsabilità, e comunque in tempi brevi”. Speriamo sia positiva. Per il centrodestra è arrivato il momento di difendere con coraggio le proprie scelte, pure di fronte a piccoli inciampi. Anche e soprattutto quando l’area politica opposta monta polemiche su simili cretinate. Altrimenti “l’egemonia culturale” te la sogni.

Giuseppe De Lorenzo, 11 luglio 2023

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